Infopal
Ramallah-InfoPal. Nonostante la repressione israeliana che ha provocato decine di feriti e intossicati, le manifestazioni contro il Muro dell’apartheid e l’espansione degli insediamenti della Cisgiordania sono proseguite.
Fonti locali palestinesi hanno riferito che venerdì 5 luglio, le forze di occupazione hanno imposto un cordone di sicurezza intorno al villaggio di Nabi Saleh, nord-ovest di Ramallah, dichiarandolo zona militare chiusa “fino a nuovo ordine”. Hanno aggiunto che i soldati israeliani hanno impiegato i proiettili di metallo rivestiti di gomma, il gas lacrimogeno e le bombe assordanti, oltre a spruzzare le acque reflue verso i partecipanti alla marcia settimanale contro gli insediamenti. Con un bilancio di decine di attivisti intossicati.
Nel villaggio di Ma’sara, vicino a Betlemme (sud ella Cisgiordania), decine di civili palestinesi e attivisti internazionali sono rimasti intossicati dopo aver inalato il gas lacrimogeno, durante la repressione israeliana della marcia, organizzata in solidarietà con il popolo egiziano e per condannare le politiche dell’occupazione negli insediamenti, costruiti sui territori palestinesi.
A Kafr Qaddum invece, il villaggio che sorge ad est di Qalqilia (nord della Cisgiordania), le forze di occupazione israeliane hanno represso la marcia settimanale, organizzata per protestare contro gli insediamenti e chiedere la riapertura della strada principale del villaggio. I soldati dell’occupazione hanno impiegato proiettili di metallo rivestiti di gomma, granate assordanti e gas lacrimogeni contro i partecipanti, al momento del loro arrivo al cancello metallico che blocca la strada principale del villaggio da più di dieci anni.
Dal canto suo, Murad Eshteiwi, coordinatore media delle manifestazioni di Kafr Qaddum, ha reso noto che i soldati israeliani hanno deliberatamente colpito i giornalisti, lanciando una bomba assordante contro un gruppo di loro, recatosi sul luogo per coprire gli eventi della manifestazione.