Collaborazione tra Israele e Anp: 1.090 palestinesi uccisi nel 2009.

Gaza – Infopal. Una “joint-venture” produttiva, quella tra l'Anp di Ramallah e il governo di occupazione israeliano: l'anno scorso, la collaborazione ha provocato la morte di ben 1090 palestinesi. L'esercito israeliano ha ucciso 1.081 palestinesi, mentre l’Anp ne ha uccisi nove, appartenenti al movimento di resistenza islamica.

Lo ha denunciato ieri il movimento di Hamas in un rapporto che relaziona sugli avvenimenti dell’anno scorso, in particolare sui morti e gli arrestati.

Sami Abu Zuhri, portavoce del movimento islamico, durante una conferenza stampa ha illustrato sia le aggressioni israeliane ai danni del popolo palestinese sia i crimini degli apparati di sicurezza dell’Anp in Cisgiordania contro gli appartenenti al movimento islamico, entrambi documentati nel rapporto che copre tutto il 2009.

 

Nello stesso anno, Israele ha arrestato 1.744 palestinesi, tra cui 317 ragazzini e 19 donne; si contano inoltre 1.379 incursioni, di cui 1.326 in Cisgiordania e 53 nella Striscia di Gaza. L’embargo alla Striscia di Gaza ha inoltre causato la morte di 367 palestinesi, di cui 84 nel solo 2009.

Abu Zuhri ha affermato: “La dimensione dei crimini israeliani conferma la natura sanguinaria e razzista dell’occupazione, che prende di mira l’esistenza stessa del popolo palestinese; il che obbliga tutte le parti, arabe, islamiche ed internazionali, ad assumersi le proprie responsabilità per farvi fronte”.

Quanto alle aggressioni dall’interno, Abu Zuhri ha detto che l’apparato di sicurezza dell’Anp ed il suo governo in Cisgiordania hanno ucciso nove appartenenti a Hamas. Inoltre, la campagna dell’Anp per togliere di mezzo Hamas, in ogni sua forma (dirigenza, base e organizzazioni), ha condotto al sequestro di ben 1.921 suoi membri.

Il portavoce di Hamas ha poi affermato che il numero degli arrestati, dopo che  il 14 ottobre scorso Fatah ha firmato la proposta egiziana [di riconciliazione, ndrr], è giunto a 1.083: “Ciò pone delle domande sulla credibilità di Fatah riguardo alla riconciliazione”.

“Gli apparati di sicurezza dell’Anp hanno rilasciato, con la scusa che vi erano entrati “per errore”, sesaanta israeliani introdottisi nelle cittadine e nei villaggi della Cisgiordania per uccidere e rapire combattenti e resistenti, diffondendo il panico nella popolazione”.

Abu Zuhri ha poi proseguito: “La dimensione delle violazioni commesse dall’Anp in Cisgiordania contro gli appartenenti ad Hamas e alle sue organizzazioni svela il ruolo di questi apparati nel garantire la sicurezza per gli occupanti, collaborando con loro nell’eliminazione della Resistenza e delle sue forze politiche”.

“Il fatto che l’Anp continui ad arrestare e ad opprimere i capi e i seguaci di Hamas dimostra la mancanza di serietà da parte di Fatah sulla questione della riconciliazione e che le sue affermazioni al riguardo sono semplici slogan, poiché la riconciliazione non consiste in una firma su un foglio, bensì deve corrispondergli un comportamento che indichi buone intenzioni e sincerità nella posizione assunta, il che è assente in quel che fa adesso Fatah”.

Per quanto riguarda il Rapporto Goldstone, Abu Zuhri ha rinnovato il sostegno di Hamas, poiché il rapporto “ha svelato lo scandalo dei crimini israeliani contro il popolo palestinese”, quindi adesso le sue raccomandazioni vanno tradotte in pratica. Abu Zuhri ha quindi accusato l’Anp di Ramallah di tentare di “demolire il rapporto e di vietarne l’applicazione”.

Egli ha poi sottolineato: “Il fatto che gli occupanti proseguano nelle loro attività di giudaizzazione e di colonizzazione indica che essi mentono quando invitano alla pace, il che si è già verificato nella loro politica criminale”. Pertanto, riprendere i negoziati mentre s’incrementa la politica di colonizzazione e di ebraizzazione “dimostra il livello di bassezza politica a cui è giunta la squadra di negoziatori”.

L’annuncio israeliano di nuove unità abitative mentre Mitchell visita la regione e la giustificazione data da responsabili americani a tale annuncio, indicano la partigianeria dell’Amministrazione statunitense e che è “un errore continuare a scommettere sul suo ruolo, poiché non vi è alcuna speranza che si verifichi qualsiasi equidistanza americana nella questione palestinese”.

 Abu Zuhri, a conclusione del suo discorso, ha rivolto un appello alle organizzazioni che si occupano dei diritti, locali, regionali ed internazionali, a rendere effettive le conclusioni di questo rapporto e a svelare tutte le violazioni da esso documentate”.

 

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