Coloni dell’ala destra paramilitare ebraica invadono la moschea al-Aqsa

Imemc. Mercoledì dei coloni paramilitari israeliani hanno invaso i cortili della moschea di al-Aqsa di Gerusalemme, come atto provocatorio contro i musulmani, che lo considerano il terzo luogo più sacro dell’Islam.

Una simile invasione armata è considerata una grave violazione della sua santità e ha provocato tensioni con i fedeli palestinesi, che hanno iniziato a cantare slogan religiosi sfidando l’invasione.

Nel frattempo, la polizia israeliana continua a imporre limitazioni all’entrata palestinese nel sito, specialmente alle donne e ai giovani, trattenendo le loro carte d’identità prima di ammetterli.

Questo luogo sacro ha testimoniato continue invasioni da parte dei militari israeliani e dei coloni paramilitari armati. Tali invasioni sono aumentate in modo significativo da agosto, quando i soldati hanno lanciato gas lacrimogeni sui fedeli nella moschea.

Gli estremisti ebrei che spesso invadono la moschea hanno dichiarato pubblicamente che essa dovrebbe essere distrutta e rimpiazzata con un tempio ebraico, in quanto lì vicino c’è un luogo in cui, secondo alcuni ebrei, nell’antichità furono distrutti i due tempi ebraici.

Molti musulmani palestinesi si preoccupano che, se si permettesse ai visitatori ebrei di pregare nella moschea, ciò porterebbe a un cambio permanente e Israele finirebbe per bandire le preghiere musulmane.

Centinaia di estremisti ebraici tentano regolarmente di legalizzare le preghiere nell’area, una mossa che la stessa polizia israeliana vede come una provocazione contro i fedeli musulmani.

F.G.