Coloni israeliani distruggono acquedotti ed alberi palestinesi vicino a Nablus

Nablus – Palestine Chronicle e Wafa. Venerdì, coloni hanno distrutto acquedotti ed alberi nel villaggio di al-Lubban ash-Sharqiya, vicino alla città di Nablus.

Khaled Daraghmeh, un proprietario terriero locale, ha affermato che un gruppo di coloni ha invaso il suo appezzamento di terra, noto come area di Khan al-Laban, famoso per la sua sorgente d’acqua, distruggendo porte, acquedotti ed aranci.

Gli israeliani provenivano dalla vicina colonia di Ma’ale Levona, fondata nel 1983 sulle terre degli abitanti del villaggio.

Daraghmeh ha sottolineato il fatto che Khan al-Laban, che risale all’era ottomana e copre un’area di 300 dunum, è stata oggetto di frequenti attacchi da parte dei coloni, che godono della protezione dell’esercito israeliano, con l’obiettivo di sequestrare l’area.

La violenza dei coloni contro i palestinesi e le loro proprietà è routine in Cisgiordania ed è raramente perseguita dalle autorità israeliane.

“La violenza dei coloni ebrei non dovrebbe essere analizzata separatamente dalla violenza esercitata dall’esercito israeliano, ma vista nel contesto più ampio della violenta ideologia sionista che governa interamente la società israeliana”, ha scritto Ramzy Baroud, autore palestinese ed editore di The Palestine Chronicle.

“La violenza dei coloni è da tempo parte della vita quotidiana dei palestinesi sotto l’occupazione”, secondo quanto affermato dal gruppo per i diritti umani B’tselem. “Le forze di sicurezza israeliane consentono queste azioni, che si traducono in vittime palestinesi – feriti e morti – così come danni alla terra e alla proprietà. In alcuni casi servono anche come scorta armata, o addirittura si uniscono agli attacchi”.

Tra i 500 ed i 600 mila israeliani vivono in colonie per soli ebrei nella Gerusalemme Est occupata e nella Cisgiordania, in violazione del diritto internazionale.