Coloni ottengono profitti dai siti archeologici a Gerusalemme

archeological-damageGerusalemme-Palestine Chronicle. Di Charlotte Silver. Il revisore dei conti statali di Israele ha criticato duramente tre agenzie governative per aver affidato la gestione di grandi scavi e siti archeologici di Gerusalemme a Elad, un ente privato che permette così l’insediamento di ebrei nella parte est della città, occupata dai militari, violando il diritto internazionale.

L’insediamento “Città di Davide” è situato al centro del distretto palestinese di Silwan, a Gerusalemme Est, e Elad sostiene che sia l’antica Città di Davide menzionata nel secondo libro di Samuele.

Emek Shaveh, un gruppo di archeologi che si oppone allo sfruttamento, da parte di Israele, dell’archeologia come strumento politico per rivendicare siti archeologici di Gerusalemme Est, sostiene che il rapporto conferma molte delle questioni sulle quali il gruppo protesta da anni. 

Archeologia per l’insediamento

Elad ha monopolizzato gli scavi archeologici di Gerusalemme dalla metà degli anni 90, per supportare le rivendicazioni degli ebrei del diritto a possedere e controllare alcune zone.

Nel suo tentativo di riportare alla luce i giardini che si presume siano appartenuti al Re Davide, Elad ha distrutto artefatti appartenenti ad altri popoli e culture.

Oltre ad aver finanziato gli scavi archeologici, Elad è coinvolta nei sequestri e nelle distruzioni delle case e dei parchi giochi palestinesi, per permettere agli ebrei di stabilirsi in quelle zone.

Secondo il rapporto stilato dal revisore, a Elad sono stati ceduti alcuni siti archeologici di grande rilevanza – tra cui lo scavo archeologico probabilmente più importante in tutta Gerusalemme – senza alcuna gara d’appalto e a un prezzo irrisorio.

Il rapporto recente è di importanza fondamentale, alla luce della protesta di Israele contro le risoluzioni UNESCO che condannano le sue azioni degradanti che hanno distrutto l’eredità culturale di Gerusalemme Est.

Il mese scorso, l’organo scientifico e culturale dell’ONU ha passato una risoluzione che critica le incursioni violente di Israele e le restrizioni sulla zona della moschea di Al-Aqsa e Haram Sharif, esprimendo preoccupazione per gli scavi che minacciano le fondamenta del complesso architettonico.

Israele ha reagito furiosamente e ha dichiarato il falso, ovvero che questa risoluzione non permette agli ebrei di poter pregare ad Haram Sharif, che loro chiamano Monte del Tempio.

Ayoub Kara, politico israeliano, ha suscitato polemiche quando ha sostenuto che i terremoti avvenuti recentemente in Italia fossero una punizione divina per aver votato a favore della risoluzione. “Sono convinto che i terremoti sono avvenuti a causa della risoluzione UNESCO”, ha dichiarato Kara. I terremoti hanno causato gravissimi danni al patrimonio culturale italiano.

Ricavare profitti dagli scavi

Israele ha anche protestato contro la bozza di risoluzione del Comitato mondiale per il Patrimonio dell’UNESCO che vorrebbe tenere la Gerusalemme Vecchia e le sue mura nella lista UNESCO dei patrimoni danneggiati.

Israele sostiene che l’Autorità per le antichità supervisiona tutti i propri progetti archeologici dentro e intorno la Gerusalemme Vecchia, e che quindi la suddetta lista non sarebbe necessaria.

Tuttavia, secondo il rapporto stilato dal revisore dei conti di Stato, le agenzie di governo israeliane hanno “ceduto l’autorità statale” di alcuni dei siti archeologici più delicati di Gerusalemme.

Il revisore ha inoltre scoperto che l’Autorità per le antichità ha autorizzato Elad a scavare vicino all’insediamento della Città di Davide a Silwan, nonostante questa si trovasse sotto il controllo di un’altra agenzia governativa israeliana, l’Autorità per la Natura e i Parchi.

Inoltre, la Compagnia per la Ricostruzione e lo Sviluppo del quartiere ebraico, altro organo statale, ha ceduto a Elad il controllo totale sugli scavi e sull’antico sistema idrico sotterraneo nell’insediamento della Città di Davide.

L’unico commento da parte di Elad è stato che, sotto il suo controllo, le visite ai siti archeologici sono “arrivate alle stelle”, come riporta Haaretz, giornale di Tel Aviv.

Nonostante si occupi dei siti nei territori occupati, secondo quanto stabilito dalla legge israeliana Elad pagherebbe un affitto al governo israeliano. Tuttavia, il rapporto ha rivelato che questo affitto è irrisorio, in proporzione ai grandi guadagni di Elad.

In altre parole, il governo israeliano permette all’organizzazione degli insediamenti di trarre enormi profitti dal sequestro di terre palestinesi.

Elad possiede sei siti e scavi archeologici a Gerusalemme Est.

Emek Shaveh sostiene che il rapporto del revisore dovrebbe suggerire un’indagine seria sulle agenzie governative israeliane che hanno ceduto il controllo di queste zone a Elad.

Tuttavia, è improbabile che il rapporto porterà a trovare alcun responsabile, soprattutto per quanto riguarda la questione dei diritti dei palestinesi, le cui città sono state colonizzate con violenza dai coloni appoggiati dal governo.

Traduzione di Giovanna Niro