Come trasformare dei terroristi in eroi

Memo. Di Ibrahim Hewitt.

In Israele è stato festeggiato il 90º anniversario della creazione dell'Haganah, l'organizzazione paramilitare ebraica che ha aperto la strada alla fondazione dello Stato d'Israele e delle forze di difesa israeliane. Sul Jewish Chronicle, la didascalia della foto di alcuni veterani con indosso delle uniformi piuttosto tristi recitava: “La generazione che ha fondato Israele”.

Il JC ha quindi riportato le parole del capo di Stato maggiore israeliano, Gabi Ashkenazi, il quale, rivolgendosi ai veterani come agli “eroi d'Israele”, ha dichiarato: “Voi siete stati coloro che hanno inaugurato le forze di difesa israeliane come esercito del popolo ebraico, e come corpo che può porre la parola 'mai più' sull'Olocausto”.

Gli ultimi anni hanno visto il sempre più ridotto gruppo di sopravvissuti della prima e della seconda guerra mondiale diventare protagonista di molti festeggiamenti. La storia è scritta dai vincitori, ed è corretto affermare che le imprese delle truppe alleate in entrambi i conflitti non furono del tutto prive di azioni inaccettabili, a lungo nascoste e dimenticate dagli storici ufficiali. Pur non trattandosi di un vero e proprio insabbiamento, ha avuto un effetto identico. Lo stesso vale per gli “eroi” dell'Haganah, al punto che, sorprendentemente, una testata britannica può lodare un'organizzazione che prima collaborò con il governo del mandato britannico in Palestina (ricevendo fra l'altro l'addestramento degli ufficiali di Sua Maestà), e quindi si rivoltò e combatté contro il protettorato di Londra.

Creata esplicitamente per difendere i primi insediamenti ebraici, nel 1939 l'Haganah stava già aiutando a organizzare l'immigrazione ebraica illegale in Palestina. Dopo la seconda guerra mondiale inglobò due gruppi periferici ancora più estremisti, l'Irgun e il Lehi (la “Banda Stern”), per formare il “Movimento di resistenza ebraica”. Fu la Banda Stern ad assassinare nel 1944 Lord Moyne, ministro britannico per il Medio Oriente. L'Haganah e la sua unità di commando Palmach, insieme alla Banda Stern e all'Irgun, compì numerosi atti terroristici contro le istituzioni governative britanniche in Palestina tra il 1944 e il 1947, tra cui i seguenti:

distretto di Haifa

12 feb. 1944, bomba all'ufficio immigrazioni

27 feb. 1944, bomba all'ufficio imposte

23 mar. 1944, bomba alla stazione di polizia

25 luglio 1945, bomba a un ponte ferroviario

31 ott. 1945,  posizionamento di alcune mine nel porto e distruzione delle lance della polizia

9 sett. 1946, assassinio di un poliziotto britannico

21 mar. 1947, distruzione di alcune raffinerie petrolifere

26 apr. 1947, assassinio del capo del Criminal investigation department (Cid) britannico

distretto di Tel Aviv-Jaffa

23 mar. 1944, bomba alla stazione di polizia

25 apr. 1946, massacro di sette soldati britannici in un raid

2-17 mar. 1947, esecuzione di quattordici cittadini britannici sotto legge marziale

distretto di Nathanya

29 dic.1946, cattura e fustigazione di un ufficiale dell'esercito britannico

29 luglio 1947, impiccagione di due sergenti britannici; i loro corpi vennero fatti saltare in aria

distretto di Gerusalemme

12 febbraio 1944, bomba all'ufficio immigrazioni e all'ufficio imposte

23 mar. 1944, bomba alla stazione di polizia

27 sett. 1944, attacco a quattro stazioni di polizia

29 sett. 1944, assassinio di un poliziotto britannico

27 dic. 1944, attacco a una sede della polizia

22 luglio 1946, bomba all'Hotel King David; 91 morti

24 ott. 1946, bombe ai posti di blocco che circondano la città

30 ott. 1946, bomba abbandonata e fatta esplodere in una valigia alla stazione ferroviaria

Il Cairo

6 nov. 1944, assassinio di Lord Moyne

Ferrovie

31 ott. 1945, centinaia di bombe fatte esplodere sulle ferrovie di tutta la Palestina

10 giugno 1946, distruzione di tre treni

16 giugno 1946, distruzione di otto ponti ferroviari intorno ai confini della Palestina

Fonte: bollettino della guerriglia dal 1939 a oggi, Robin Corbett

Scrive Robin Corbett che, nonostante siano stati fatti più tentativi per distanziare l'Haganah dalle attività terroristiche dell'Irgun e della Banda Stern, “la resistenza armata sionista (…) coinvolse la ben più grande – e non più moderata – forza di difesa autonoma dell'Haganah [sic]”. David Ben-Gurion “insisteva” nel sostenere di fronte al governo britannico e a quello americano che “la sua Agenzia ebraica e l'Haganah si opponevano all'Irgun e al suo terrorismo”. Secondo Alan Hart, autore di Zionism: The real enemy of the Jews [“Il sionismo: il vero nemico degli ebrei”, ndr], l'affermazione di Ben-Gurion non corrispondeva a verità: “In realtà, non solo l'Haganah – e con essa l'Agenzia ebraica – era collusa con i terroristi: dopo aver detto inizialmente di no all'operazione Pulcino (il nome in codice per l'attentato all'Hotel King David), l'Haganah ordinò all'Irgun di portarla a termine”. Naturalmente, Ben-Gurion divenne in seguito il primo premier israeliano; e Menachem Begin, la mente che si nascondeva dietro la strage, fu uno dei successori di Ben Gurion al timone della politica israeliana. Al momento della sua morte, Begin era ricercato dalle autorità britanniche per i suoi crimini terroristici, così come un altro ex primo ministro israeliano, Yitzhak Shamir, personaggio di rilievo della Banda Stern; non a caso, nessuno dei due visitò mai la Gran Bretagna. In un preludio delle vicende a venire, venne donato del denaro “da parte di alcune organizzazioni (…) in America a sostegno dell'immigrazione illegale ebraica in Palestina, e allo scopo di raccogliere fondi per il terrorismo sionista”. (Hart, volume 1, pag. 193)

Alan Hart fornisce anche un resoconto dettagliato delle circostanze che portarono l'Haganah a passare armi e munizioni all'Irgun e alla Stern, che le utilizzarono nell'assalto al villaggio di Deir Yassin nel 1945, durante il quale, secondo un rapporto della Croce Rossa Internazionale, 254 palestinesi furono uccisi, 145 dei quali erano donne (trentacinque incinte al momento della strage).

Vista la propensione delle forze di difesa israeliane a commettere crimini contro i civili, è forse un particolare coerente che le loro radici affondino in un gruppo direttamente responsabile di atti terroristici in Palestina. Ciò che non sembra tanto coerente è il modo in cui queste radici vengono ignorate dalle istituzioni del mondo intero. La vera ironia è che il gruppo di leader d'Israele e i loro sostenitori in Occidente etichettino con nonchalance la legittima resistenza palestinese contro l'occupazione militare illegale della Palestina come “terrorismo”, sapendo bene che le milizie sioniste commisero atti terroristici sia contro i palestinesi che contro i britannici, prima e dopo la dichiarazione d'indipendenza dello Stato sionista, avvenuta nel maggio 1948. È quindi corretto affermare che lo Stato d'Israele venne fondato sul terrorismo delle milizie sioniste, ivi compresa l'Haganah. Il fatto che il generale Ashkenazi possa chiamare i membri di quest'organizzazione “eroi d'Israele” la dice lunga sulla moralità dello Stato sionista, lontana anni luce dalla “purezza d'armi” rivendicata fino ad oggi dall'esercito israeliano.

Meno. Lunedì, 20 settembre 2010

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