Comitato delle Libertà: ‘dubbi e contraddizioni sui rilasci dei detenuti politici’

Ramallah – InfoPal. Il giorno dopo aver divulgato la notizia del rilascio di 63 detenuti politici in Cisgiordania da parte degli apparati di sicurezza dell’Autorità palestinese (Anp), era giunta puntuale una prima smentita.

Il deputato di Hamas, Fathi al-Qar’awi, aveva detto: “Alcuni dei palestinesi i cui nomi sono apparsi nella lista fornita al Comitato delle Libertà dal leader di Fatah, ‘Azzam al-Ahmed, sono stati liberati in passato, in altre circostanze. Inoltre, sappiamo che tra il loro rilascio dalle prigioni o dai centri della sicurezza, e il loro effettivo rientro a casa, questi detenuti sono stati trattenuti altrove per alcuni giorni. Ci chiediamo allora, dove sono stati portati?”

“La campagna di arresti in Cisgiordania non ha subito un rallentamento dall’inizio della riconciliazione nazionale.

“Certamente, queste sono manovre atte a dimostrare un qualche impegno a quell’intesa da parte di Fatah, ma è bene informare i responsabili che questa tattica non fa altro che offendere, quindi produrre rabbia, tra familiari dei detenuti e popolazione”.

Della stessa opinione è anche il Movimento di resistenza islamica, Hamas, che, due giorni fa, scriveva in un comunicato: “In Cisgiordania: arresti, convocazioni e ritorsioni sul posto di lavoro per ragioni di affiliazione politica, non sono stati mai risolti”.

E oggi, dal Comitato delle Libertà, Khalil Abu Shamalah, si accoda a queste tesi, osservando come alcuni palestinesi presenti sulla lista non siano mai stati arrestati.

Il segretario generale del Comitato ha quindi chiesto alla sicurezza dell’Anp e a Fatah di poter essere presente fisicamente nei momenti dei rilasci di detenuti politici in Cisgiordania.