Conferenza internazionale sui detenuti palestinesi, Marzouki: aprite le porte delle prigioni

Di Angela Lano, da Tunisi.

Si è aperta questa mattina, sabato 10 novembre, nella capitale della Tunisia, la “Conferenza internazionale di solidarietà con i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane”. L’evento è patrocinato dal Presidente della Repubblica tunisina, Mohammad Moncef Marzouki, che ha aperto i lavori.

“La Palestina è nel cuore del popolo tunisino – ha affermato Marzouki -, e del governo. Diciamo ai prigionieri palestinesi: noi non vi lasceremo da soli”.

Il presidente tunisino ha chiesto all’occupazione israeliana di aprire le porte delle prigioni e di liberare i detenuti palestinesi, e di porre fine all’assedio della Striscia di Gaza.

Tra i tanti ospiti, shaykh Raed Salah, leader del Movimento islamico nei territori palestinesi del ’48, è stato accolto da un’ovazione da parte del folto pubblico presente in sala.

“La Tunisia è una scuola di libertà – ha affermato – e di rivoluzione. Il sangue dei palestinesi si mescola a quello dei tunisini. La libertà della Tunisia si mischia con quella della Palestina”.

E ha aggiunto: “Le politiche aggressive perseguite dall’occupazione israeliana contro il popolo palestinese volgono alla fine”.

Salah ha poi parlato delle migliaia di palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane e di quelli che, dal ’67 a oggi, sono stati imprigionati; delle disumane torture cui sono sottoposti e delle sperimentazioni mediche effettuate su un migliaio di detenuti.

“Chi osa difendere i diritti dei prigionieri palestinesi?”, ha domandato Salah. “Dobbiamo lottare affinché essi escano dalle prigioni”.

Molto interessanti sono stati anche i discorsi di Faruq Qaddoumi, storico leader di Fatah, e di Mustafa Barghouthi, presidente del Partito di iniziativa popolare, che hanno sottolineato l’importanza della resistenza per la liberazione della Palestina e dei prigionieri politici, e il diritto al ritorno, attualmente dismesso dal sempre più impopolare presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas.

A lui s’è indirizzato il pubblico nei tanti slogan gridati durante la Conferenza, invocanti il diritto al ritorno e la liberazione della Palestina storica.