Continua il bersagliamento dei civili

latuff-gaza2010

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Continua il bersagliamento dei civili.

Nella giornata di lunedì Farha Ibrahim al-‘Attar è stata uccisa insieme al suo bambino e ad un uomo settantottenne appartenente alla famiglia Tanboura. Le tre vittime si trovavano nelle proprie abitazioni site nel nord della Striscia, quando i bombardamenti israeliani si sono abbattuti su di esse.

L’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha sottolineato come, nonostante la responsabilità per la tutela della popolazione civile spetti ad Israele, il governo di Tel Aviv non si stia curando nemmeno di implementare le più basilari misure cautelative.

Secondo quanto dichiarato dall’osservatorio, un bersagliamento così deliberato e diffuso rappresenta una chiara violazione della legislazione umanitaria internazionale. A tal proposito vengono citati due articoli facenti parte della Quarta Convenzione di Ginevra: l’articolo 27, che stabilisce l’obbligo della forza occupante alla tutela della popolazione civile, e l’articolo 33, che proibisce qualsiasi forma di punizione collettiva o di intimidazione ai danni della popolazione inerme.

L’osservatorio ha sottolineato come sia evidente che Israele, fin dall’inizio delle ostilità, non abbia mai preso in considerazione l’idea di implementare le misure precauzionali necessarie, le quali avrebbero permesso di evitare la morte di così tanti civili e la distruzione delle loro proprietà. E’ proprio tale dato di fatto a permettere di attribuire all’attacco israeliano la connotazione di “aggressione indiscriminata”, in conformità con quanto afferma l’articolo 57 del primo Protocollo Addizionale delle convenzioni di Ginevra. La violenza inaudita scatenata sui civili costituisce inoltre un evidente crimine di guerra ai sensi dello Statuto del Tribunale Penale Internazionale.

Ehsan ‘Adil, esperto legale presso l’Osservatorio Euro-Mediterraneo, ha dichiarato che “Israele sta cercando di vendicarsi scagliandosi sui civili, sottoponendoli a punizioni collettive”.

‘Adil ha infine osservato che “gli organi competenti delle Nazioni Unite, non ultimo il Consiglio di Sicurezza, devono sbrigarsi a prendere provvedimenti nei confronti di Israele affinché i responsabili di tale condotta disumana possano essere sottoposti a giudizio”.

Traduzione di Giuliano Stefanoni