Convogli a Gaza: ‘Parte dell’evoluzione della resistenza palestinese’

Convogli a Gaza: ‘Parte dell’evoluzione della resistenza palestinese’

Gaza – Quds Press/InfoPal. Di ‘Abdel Gani ash-Shami.

Shaykh Hammam Sa’id, osservatore dei Fratelli Musulmani giordani in testa a Miglia di Sorrisi 13, convoglio umanitario in visita a Gaza, ha affermato che la convivenza tra resistenza ed esercizio di governo sotto un regime d’occupazione è difficile.

“Nonostante questa difficoltà, sono del parere che Hamas, Movimento di resistenza islamica al governo della Striscia di Gaza, abbia avuto il merito di aver scacciato l’occupazione da Gaza”.

“L’operato di Hamas, la sua esperienza a Gaza è di successo, e lo è sotto molti aspetti, gli stessi in cui, ad esempio, in Cisgiordania l’Autorità palestinese (Anp) incontra difficoltà, anche solo nella gestione della politica a livello locale.

“Prendiamo le libertà, ad esempio, qui a Gaza sono garantite a un livello alto, mentre in Cisgiordania si parla ancora di libertà parziale. Non dubito comunque che a Gaza si sia arrivati a questo livello dopo una serie di tentativi. Siamo fiduciosi nel miglioramento”.

Esercizio di governo e resistenza. Quando è stato chiesto a Shaykh Sa’id se pratica di governo e resistenza possano combinarsi, egli risponde: “Se una parte della terra (dei Territori palestinesi occupati) fosse libera, anche solo in parte, la convivenza tra governo e resistenza sarebbe possibile, ma sotto occupazione è sempre più arduo.

“Quando sono entrato a Gaza ho provato un sentimento di completezza, di un impegno personale che si stava realizzando in una terra che per noi è sacra. Tutti noi musulmani amiamo Gaza e la Palestina e tutti vorremmo fare e dare qualunque cosa per collaborare alla sua liberazione”.

“Questi convogli sono parte di un progetto per la liberazione della Palestina”. “Non vogliamo il sacrificio del popolo palestinese. Ho fiducia che tutta la Palestina e al-Quds (Gerusalemme) siano già sulla strada della liberazione”, prosegue il leader giordano.

Shaykh Sa’id. Nel 1982 il leader dei Fratelli Musulmani giordani presienziò ad ‘Amman a fianco di Shaykh Ahmed Yassin, fondatore di Hamas assassinato da Israele nel 2004, e ad altri esponenti della resistenza palestinese, alla Conferenza per la liberazione della Palestina.

In quell’occasione si gettarono nuove basi per la strategia di liberazione della Palestina, attraverso l’opera che avrebbe caratterizzato l’intervento socio-politico della Fratellanza, anche con la costruzione di moschee dove impartire ai ragazzi la nuova strategia di liberazione.

“Il primo risultato di quella tattica fu la Prima Intifada – dice Shaykh Sa’id -, da allora la resistenza palestinese con Hamas ha portato a casa solo vittorie, evolvendo in continuazione insieme ai suoi compagni e fratelli di resistenza. I convogli sono parte di quell’evoluzione”.

“Ciò che facciamo con i convogli è del tutto simile a quanto si proponeva di fare l’immigrazione ebraica in Palestina all’inizio del ‘900. Ecco perché la soluzione della Questione palestinese non potrà avvenire solo con l’azione dei palestinesi, ma di tutti noi.

“L’occupazione israeliana della Palestina ha vita breve”, conclude Shaykh Sa’id.