Crisi di carburante nella Striscia di Gaza. Riattivare i ‘tunnel della sopravvivenza’

Gaza – Speciale InfoPal. Nella Striscia di Gaza assediata iniziano a manifestarsi gli effetti collaterali sulle scorte di beni e merci che – di norma – vengono introdotti attraverso i tunnel “della sopravvivenza” al confine con l'Egitto. 

Di concerto, le autorità egiziane e il governo di Gaza avevano deciso che, per ragioni di sicurezza, sarebbe stato preferibile chiudere le attività dei tunnel fino a tempo determinato. 

Oggi, però, le stazioni di carburante di Gaza cominciano a esaurire tali scorte: sono il 97% delle stazioni sparse nel territorio palestinese. 

Il pericolo che una crisi nel settore del carburante si scateni è tanto maggiore se si considerano i consumi da esso derivanti: benzina ed elettricità. 

Code di attesa. Il nostro corrispondente ha fatto dei sopralluoghi, in particolare presso le stazioni di benzina di Gaza City, dove si è imbattuto in lunghe code di automobili in attesa di fare benzina. Ma il carburante non c'è. Si aspetta, insomma, che di fronte alla carenza, gli impegni assunti in queste ore per la sua introduzione a Gaza siano mantenute. 

Ra'ef al-Bashiti è uno di questi cittadini. “Senza l'automobile, personalmente sono rovinato. Non potrei lavorare, e sono tre giorni che non porto a casa neanche un dollaro”. 

“Qualunque disordine o crisi accada nell'intera regione, siamo sempre noi a dover pagare direttamente con conseguenze catastrofiche. Prima il blocco, e sono più di quattro anni ormai, poi la devastante guerra israeliana, e oggi la rivolta in Egitto”. 

La chiusura dei tunnel ha peggiorato la situazione. Sebbene sia stato il governo a decidere di bloccare i tunnel, in queste ore si sta pensando di lasciar passare almeno quantità di carburante tali da compensare il deficit momentaneo, per lo meno in alcuni settori più urgenti, come quello energetico. 

Mahmoud al-Khazandar è il vice presidente dell'Associazione dei distributori di benzina nella Striscia di Gaza. Il nostro corrispondente lo ha raggiunto e, dal suo racconto, ne è emersa un'altra conferma della stessa situazione. 

 

Secondo il rappresentante palestinese: “Il problema è stato esacerbato anche dalla scarsità di benzina e da un accaparramento selvaggio della gente nei primi giorni dei disordini egiziani. In questo periodo, la chiusura di gran parte delle stazioni non potrà che condurre ad un aumento dei prezzi del carburante”. 

 

La gente della Striscia di Gaza, intanto, si attende un allentamento del “cappio energetico”. 

Qualcuno ci ha confidato che le scorte che dovrebbero passare dai tunnel sarebbero già pronte ad al-'Arish e che anche i contrabbandieri egiziani sarebbero stati allertati.

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