Crisi sanità a Gaza. Mancano medicinali e numerosi pazienti rischiano la vita

Gaza – InfoPal. Il ministero della Salute del governo di Gaza ha lanciato, ancora una volta, una richiesta di aiuto per superare la crisi del settore medico-sanitario.

“A Gaza mancano medicinali e attrezzature ospedaliere e sono decine i pazienti la cui vita è seriamente in pericolo nel breve termine”. Così ha commentato l'attuale condizione della sanità di Gaza, Ashraf al-Qudrah, direttore del dipartimento dell'informazione presso il ministero, durante una conferenza stampa svoltasi presso l'ospedale pediatrico 'Abdel 'Aziz ar-Rantisi, alla presenza dei familiari dei bambini che oggi rischiano la vita.

Il ministero, organo che a Gaza provvede al 95% dei servizi medico-ospedalieri, ha annunciato quindi l'ennesima crisi.

“Rischiano la vita il 40% dei pazienti, essi necessitano di cure quotidiane. A Gaza mancano 180 tipologie di medicinali e 149 attrezzature mediche”.

Al-Qudrah ha poi aggiunto: “Pochi giorni fa c'era stato a Gaza un parto plurigemellare. Nella famiglia ad-Diyyah erano nati cinque gemelli, tre non ce l'hanno fatta mente i due sopravvissuti soffrono di insufficienza respiratoria e hanno urgente bisogno di cure. Il medicinale richiesto nel loro caso, il Travastan, non è disponibile a Gaza”.

“La mancanza di medicinali e il continuo divieto imposto dall'occupazione israeliana stanno ostacolando il lavoro della Croce rossa internazionale (Icrc) da oltre 36 ore.

Sono tanti i pazienti di Gaza in attesa di un intervento chirurgico vitale. Si ricorda che da tempo ormai le sale operatorie di Gaza sono quasi totalmente ferme”.

“Richiamiamo la Banca Mondiale e le altre organizzazioni competenti, ma anche le parti politiche, le Nazioni Unite e il Quartetto per il Medio Oriente, ad ammettere che 'la crisi di Gaza è un prodotto diretto dell'assedio che Israele continua a imporre illegalmente da cinque anni.

“Chiediamo loro inoltre di intermediarie con l'Autorità palestinese (Anp) per agevolare il trasferimento delle forniture medico-ospedalierie e, infine, di garantire l'apertura dei valichi di frontiera di Gaza, rendendo possibili questi rifornimenti. Perché si riconosca il diritto alla salute dei malati di Gaza che non riuscirebbero comunque a curarsi qui, e che devono quindi recarsi all'estero”.

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