Cristiani in Terra Santa, un parroco nell’inferno di Gaza.

 «Come essere umano, come palestinese, e come arabo, prima che come cristiano e prete, finché avrò respiro, testimonierò quello che ho visto e vissuto per anni nella prigione di Gaza». Sono le parole di Abuna Manuel Musallam, prete palestinese a Gaza, raccolte nel bel libro-testimonianza di don Nandino Capovilla, responsabile di Pax Christi per le attività in Palestina: “Un parroco all'inferno” (*).

E' un libro forte e coraggioso, che racconta la dura vita dei palestinesi, oppressi da Israele e dal silenzio internazionale. E' un grido di aiuto e denuncia al mondo intero, ma in particolare alla cristianità, troppo spesso muta di fronte alla continua tragedia che si compie in Terra Santa.  

«Come essere umano, come palestinese, e come arabo, prima che come cristiano e prete, finché avrò respiro, testimonierò quello che ho visto e vissuto per anni nella prigione di Gaza», afferma Musallam.

Abuna Manuel ha trascorso 14 anni a Gaza, insieme ai suoi parrocchiani e ai fratelli musulmani. Fratelli con cui ha condiviso gioie e dolori, feste e lutti.

In questo libro, composto da 142 pagine e pubblicato dalle edizioni Paoline, don Nandino Capovilla (**) intervista Abuna Manuel, che racconta la propria esperienza a Gaza: delle frasi di Vangelo inviate via sms a centinaia di famiglie per infondere forza e speranza; del pane preparato nei locali della scuola per sfamare la gente; della convivenza – eccellente – tra musulmani e cristiani, uniti dalla consapevolezza di appartenere all'unico popolo palestinese; dei brandelli di un'umanità ferita fisicamente e moralmente, che però non abbandona mai la speranza. Chiudono il volume, fra gli altri documenti, una lettera aperta di Abuna Manuel a papa Benedetto XVI e l'estratto di un'inchiesta internazionale sulle violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza.

Spiega don Nandino nell'introduzione: «Nei giorni stessi in cui fiumi di sangue innocente sfiguravano il presepio della parrocchia di Gaza, in tutto il mondo la liturgia faceva memoria della strage degli innocenti testimoniata dal Vangelo e i cristiani si muovevano verso le chiese per riascoltare con gli orecchi e meditare nel cuore la folle carneficina di Erode. Ma davvero troppo flebile e generica è stata la voce che si è levata dalla Chiesa per contribuire a fermare il massacro con una esplicita condanna di questa nuova e più terribile strage di innocenti che si stava consumando sotto gli occhi di tutti. Erode ancora una volta una volta poteva agire senza freni, potendo contare sul nostro silenzio complice e sulla congenita difficoltà dei cristiani a trasformare la Parola in vita, il Vangelo in prassi di liberazione. Come sempre, l’altissimo prezzo per una Chiesa intimorita da un’inevitabile denuncia contro l’Erode di turno è stato pagato dagli ultimi. Abuna Manuel, vero autore di questo libro-intervista, è diventato una cosa sola con il suo popolo oppresso e ha scritto con il suo dolore e la sua fede le lettere straordinarie che sono state inserite in appendice». (Pag. 11 e 12)

Gaza, l'inferno. La denucia di padre Musallam è chiara: Gaza è diventata una prigione a cielo aperto. Elettricità, acqua, gas, sono razionati, le frontiere sono controllate da militari israeliani e la popolazione riesce a procurarsi cibo solo attraverso tunnel. A tutto ciò si aggiungono gli effetti devastanti dell'operazione 'Piombo Fuso', messa in atto da Israele il 27 dicembre 2008, i cui bombardamenti hanno causato più di 5000 feriti e circa 1400 morti, di cui più di 300 bambini.

Ma anche la vita in Cisgiordania è difficile, disperante, tra muri, checkpoint e continue violenze israeliane.

Cristiani e musulmani. Musallam affronta anche il tema dei rapporti tra cristiani e musulmani – che egli definisce “ottimi” e all'insegna del rispetto e della condivisione reciproca, smentendo, una volta per tutte le voci e la propaganda israeliana riportata acriticamente dai media occidentali, italiani in testa.

Parole di elogio vengono rivolte anche al movimento di Hamas, che governa la Striscia e che ha riportato “ordine, pulizia e gestione consapevole della sicurezza”, e che “protegge i cristiani” di Gaza.

Pur nella dura e sofferta testimonianza della tragedia in cui vive il popolo di Palestina, Abuna Manuel non rinuncia alla speranza e alla “lotta” per la giustizia.

Questo libro è dunque un invito a prendere coscienza dell'ingiustizia in cui vivono i palestinesi e a prendere posizione. Con coraggio.

Angela Lano

(*) “Un parroco nell'inferno”, Nandino Capovilla, edizioni Paoline, Milano 2009, pagg. 142, euro 13. 

 

(**) Leggere anche: Don Nandino Capovilla: 'Il Calvario di Cristo in Palestina non è mai terminato'.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.