Critiche europee al colonialismo israeliano

PIC. Sabato 21 ottobre l’Unione Europa ha rinnovato l’appello a Israele affinché fermi tutti i progetti coloniali nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est.
I ministri degli Affari esteri dell’Unione Europea hanno sottolineato categoricamente che gli accordi firmati con Israele non si applicano ai Territori palestinesi occupati nel 1967 e hanno criticato la politica coloniale israeliana.
In una dichiarazione, l’UE ha chiesto ad Israele di fare marcia indietro sui propri piani per la costruzione di nuove unità coloniali in Cisgiordania, avvisando che tali progetti minacciano qualsiasi possibile futuro accordo con i palestinesi.
L’UE ha ribadito che l’attività coloniale israeliana, illegale secondo il diritto internazionale, comprometterebbe qualsiasi possibile soluzione a due stati.
Osservatori ritengono che la posizione europea sulle colonie sia la più chiara di tutte quelle internazionali, poiché i Paesi europei sono a conoscenza del pericolo che le costruzioni coloniali israeliane rappresentano per gli sforzi di pace in Medio Oriente e anche perché sono responsabili politicamente e storicamente per lo sfollamento del popolo palestinese.
Rinnovando l’ordine emesso il 19 luglio del 2013, a giugno del 2017 la Commissione Europea ha rilasciato delle istruzioni per i Paesi europei proibendo qualsiasi finanziamento o investimento in attività connesse alle colonie israeliane stabilite nei Territori palestinesi e siriani occupati nel 1967.
La Commissione Europea ha pubblicato tali istruzioni nel suo giornale ufficiale, in un documento di quattro pagine che comprende cinque sezioni: la prima affronta i principi generali alla base del documento, mentre le altre quattro discutono dettagliatamente le vie per imporre sanzioni alle colonie israeliane nei Territori occupati del ’67.
Il documento fa notare che l’UE considera la Cisgiordania, Gerusalemme Est, la Striscia di Gaza e le Alture del Golan come Territori occupati sui quali Israele non possiede sovranità.
Da parte sua, il ministro degli Affari esteri belga, Didier Reynders, ha condannato la decisione delle autorità israeliane di costruire migliaia di nuove unità coloniali in Cisgiordania.
Il ministro ha affermato, in una dichiarazione alla stampa, che la politica coloniale israeliana “ha raggiunto un livello senza precedenti, dall’inizio del 2017”, aggiungendo che ciò comprometterà la fiducia mutua e le possibilità di raggiungere una pace duratura.
Ha indicato la risoluzione n.2334 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che afferma che le colonie nei Territori occupati costituiscono una violazione secondo il diritto internazionale, e ha chiesto ad Israele di riconsiderare le sue ultime decisioni e di rispettare i suoi obblighi internazionali.
Traduzione di F.H.L.