Da Gaza: appello per una famiglia affetta da insufficienza renale. ‘Vivere in attesa della morte’

Da Gaza: appello per una famiglia affetta da insufficienza renale. ‘Vivere in attesa della morte’

Gaza – Speciale InfoPal. Silenzio ovunque in casa e tutt’intorno. E’ il silenzio della malattia e dell’indigenza di una famiglia palestinese di Gaza, che vive tra pareti umide: fuori vasi senza fiori, resti di cibo e rifiuti e una porta che scricchiola.

E’ la storia della famiglia palestinese Saqar, tra malattia e povertà.

Sui 10 componenti, un terzo è affetto da insufficienza renale. Di questa malattia era deceduta la madre e il padre si era risposato.

Di insufficenza renale si muore. Il capofamiglia Hamid Hamdan Saqar, 64 anni, racconta che la malattia si manifestò per la prima volta in famiglia proprio nella moglie defunta, per poi scoprire che tre dei figli l’avevano ereditata da lei.

“I ragazzi fanno dialisi due volte a settimana all’ospedale di Gaza ash-Shifa’, dove, a causa della crisi di settore, non si riesce a somministrare il trattamento a pieno regime. Come gli altri pazienti, anche i miei ragazzi riescono a fare un ciclo di dialisi non più due, ma una sola volta a settimana. Ciò ha avuto evidenti ripercussioni sul loro stato di salute.

“Da poco ho perduto un figlio, ora restano Mahmoud, 19 anni, e Mohammed, 27enne. Quest’ultimo ha subito un trapianto di reni anni fa in Pakistan. L’intervento ci costò 20mila dollari, ma non abbiamo mai smesso di comprare medicine”.

Vivere la malattia in condizioni di povertà. Hamdan non riesce a trattenere le lacrime davanti al nostro corrispondente da Gaza. L’uomo esprime il suo strazio al solo pensiero di poter perdere il figlio minore sofferente, e dice: “Se solo potessi pagare un trapianto di rene per salvare Mahmoud. Sono anziano e non posso lavorare, non disponiamo di un reddito in famiglia. Del cibo ci viene donato dai vicini”.

Hamdan erano tra i tanti palestinesi che da Gaza lavoravano in Israele (Territori palestinesi occupati nel ’48, ndr) fino allo scoppio dell’Intifada al-Aqsa, nel 2000, a partire da quando Israele vietò loro di spostarsi per lavoro, chiudendo tutti i valichi di frontiera con Gaza. Da allora Hamdan è uno delle decine di migliaia di lavoratori palestinesi senza un lavoro.

Mahmoud: vivere aspettando la morte. Mahmoud, il più vulnerabile della famiglia in questa condizione, aveva iniziato il trattamento di dialisi quando era molto piccolo. Nel suo caso la cura è stata tanto più dolorosa per via di un foro al collo che gli avevano dovuto aprire per procedere al lavaggio del sangue. Mahmoud deve prendere molte medicine. 

Mahmoud sogna di rimanere in vita, e che un giorno qualcuno possa bussare alla porta di casa per offrirgli un trapianto di rene. Mahmoud ha appena 19 anni.

A conclusione dell’incontro, i membri della famiglia Saqar si sono appellati al mondo, nessuno escluso, perché possano ricevere un aiuto tale da farli uscire dall’incubo di vivere nell’attesa della morte da un momento all’altro.

Per mettersi in contatto con la famiglia Saqar:
Gaza – ad-Daraj (nei pressi della scuola per autisti “Jaffa”).
Tel: +972 598906068