Demolizioni israeliane a Gerusalemme in forte aumento

713985350Gerusalemme-PICMartedì 21 febbraio, Haaretz ha riferito che le demolizioni israeliane di case palestinesi nella Gerusalemme occupata si sono moltiplicate da quando il presidente USA Donald Trump ha iniziato il suo mandato.

Secondo i dati raccolti dall’organizzazione no profit Ir Amim, che analizza il conflitto israelo-palestinese nella città di Gerusalemme, le autorità israeliane hanno demolito 42 abitazioni in gennaio e in febbraio.

Il rapporto ha appurato la demolizione di 203 costruzioni palestinesi nella Gerusalemme occupata nel 2016, la metà di queste nel periodo post-elezioni di novembre negli Stati Uniti. Nel 2015, 73 costruzioni palestinesi furono demolite dalle forze d’occupazione (22 di queste furono auto-demolizioni).

La settimana scorsa le forze d’occupazione hanno abbattuto una casa palestinese nella cittadina di al-Issawiya dichiarata come già evacuata.

Il proprietario della casa, Salah, ha invece affermato che stava preparando la colazione per i bambini quando ha visto la propria casa improvvisamente invasa da soldati, che hanno concesso 10 minuti al massimo per evacuarla e prendere qualche oggetto personale, non avendo nemmeno la possibilità di recuperare le scarpe del figlio.

I palestinesi cercano di ottenere dei permessi di costruzione da parte dell’occupazione, operazione molto complessa e con procedure delicate.

Il sindaco di Gerusalemme, Nir Brakat, ha annunciato un nuovo piano per permettere la costruzione legale nella Gerusalemme occupata, nonostante altri piani simili siano già stati bloccati in questi ultimi anni.

Nel 2008 i residenti di al-Tur presentarono un piano per ampliare il quartiere: la municipalità, in collaborazione con l’Autorità della Natura, sostenne il progetto di creazione di un parco nazionale nella regione di Jabal al-Mukabbir, ma annullò la proposta palestinese.

Un piano simile fu proposto anche dai residenti di Sur Baher per ottenere dei permessi di costruzione: le autorità israeliane, inizialmente restie, rifiutarono infine apertamente il piano sostenendo che un periodo troppo lungo fosse già trascorso rispetto alla proposta.

Aviv Tatarsky, un ricercatore per Ir Amim, ha dichiarato che l’occupazione ha lasciato agli abitanti la facoltà di una crudele scelta: l’espulsione dalla loro città o la costruzione senza permessi assumendo di conseguenza il rischio della demolizione e di ammende.

Traduzione di Giulia Cazzola