Diario dal Cairo

Diario dal Cairo, di Mostafa Rifai.

Domenica 28 luglio, ore 02:10. Alla città di Kafr El Zayat, durante il funerale di uno dei martiri della strage di Nasr City, malviventi per conto della polizia attaccano durante la cerimonia di sepoltura e uccidono un giovanissimo studente liceale.

Ore 02:10. Malviventi con l’appoggio della polizia attaccano e sparano contro una manifestazione pro-legalità a Helwan – Cairo. Manifestazioni di condanna della strage di Nasr City in molte città dell’Egitto.

Ore 14:13. Aeroporto del Cairo: per il quarto giorno consecutivo, il Giappone interrompe il collegamento aereo Tokyo-Cairo. Molte altre notizie che dimostrano l’isolamento internazionale dei golpisti.

Il Belgio si fa capo-fila per il fascicolo dell’Egitto presso le sedi istituzionale dell’UE per non riconoscere il golpe sanguinario in Egitto.

Altro ruolo della Turchia che mette in imbarazzo i principi della democrazia tanto amati e difesi dai paesi europei e che non fanno nulla quando si tratta degli altri.

Ore 16:06. Articolo molto interessante sugli sviluppi della crisi egiziana e la trasformazione dei poli dello scontro. E’ stato pubblicato sulla pagina Facebook di Basem Khafagi.

Basem Khafagi: “Le prove sulla divisione tra al-Sisi e coloro che avevano pianificato il golpe si scopriranno tra qualche giorno”.

“La battaglia non è più quella che gravita attorno alla legalità, neppure attorno alla rivoluzione, ma oggi si tratta di una battaglia sulla libertà contro la repressione della parola del popolo, contro la repressione dell’esercito e l’élite che è con lui.

La questione più pericolosa che contraddistingue l’Egitto, e fa infastidire i suoi nemici, è l’esistenza di un esercito consolidato e un popolo che risponde a una guerra interna. Quindi l’alternativa sarebbe quella di colpire le tre forze, l’una contro l’altra! In Egitto c’è stato un colpo di stato progettato per liberarsi di Mursi e sostituirlo con un regime vicino agli interessi dell’Occidente. Il colpo di stato ha usato un uomo di nome “Al Sisi”, che ora cercano di fermare. Nelle retrovie c’è un forte conflitto tra coloro che avevano pianificato il golpe – l’esercito faceva soltanto parte del loro piano – e al-Sisi che sta tentando di occupare tutta la scena. Coloro che avevano pianificato il golpe, non hanno preso in considerazione la probabilità che al-Sisi tenesse per sé il potere. Pensavano che egli avrebbe consegnato loro il paese dopo il golpe. Loro adesso sono in conflitto con lui per l’Egitto.

La sostituzione di al-Sisi dalla scena riduce drasticamente i sogni dei golpisti di derubare l’Egitto. Sabahi, Amr Mousa e altri ancora si sono trovati fuori dalla scena e le componenti dello regime oscuro non si arrenderanno (si intende il sistema corrotto del vecchio regime di Mubarak che ha ancora in mano le articolazione della gestione del paese e teme di perdere tutto, ndt).

Lo stato oscuro presumeva di avere sotto controllo il golpe. Ma ora al-Sisi ha preso in mano la situazione, gestendola da solo ed escludendoli dalla scena. Il disaccordo è già iniziato e continua ad ampliarsi. Il regime oscuro che ha spinto per il golpe si sente deluso. L’idea del golpe non era quella che al-Sisi prendesse in mano il potere, ma che consegnasse l’Egitto al regime stesso. Invece lui ha deciso di tenere il potere per sé, ma loro si oppongono, in quanto lui li ha trasformati in strumenti nelle sue mani. Chi presume che i capi del golpe siano uniti e solidi è un illuso. Le divergenze si stanno evolvendo, ogni parte invita i propri uomini a sostegno della propria posizione. Ci sono spaccature dietro le quinte. In Egitto c’è un proverbio che dice: “Nessuno li ha visti mentre rubavano, ma sono stati visti mentre litigavano per dividere il bottino tra loro!” E’ quello che sta succedendo in Egitto tra il regime oscuro e al-Sisi. Immaginate di aver fatto parte del Fronte di Salvezza [quello di Baradei, Sabahi, Amr Mousa e altri contro Mursi]; di aver preparato per mesi la cacciata dei Fratelli Musulmani dalla scena per salire al potere; di aver collaborato con l’esercito per realizzare ciò che volevate; poi, ad un certo punto, trovate una persona che vi ringrazia e vi esclude! Chi mi chiede di portare le prove della spaccatura tra coloro che avevano pianificato il colpo di stato e chi ha deciso di prendere da solo la scena, dovrà attendere qualche giorno e avrà chiaro il quadro completo”. 

Ore 17:46. Il minstro cristiano copto, Nunir Fakhri Abdelnur, durante la sua partecipazione a un programma TV del canale satellitare CBC, ha avanzato una proposta per disperdere e sgombrare i sit-in a Nasr City e piazza Nahdah, che consiste nel tagliare ogni approvvigionamento di cibo e acqua ai manifestanti pro-legalità e metterli sotto assedio con un cordone molto stretto. Ciò li costringerebbe ad abbandonare i luoghi delle manifestazioni sotto la morsa della fame e della sete.

Lunedì 29 luglio, ore 02:27. E’ in corso un corteo immenso di manifestante pro-legalità che si sta dirigendo verso la sede dei servizi segreti.

Adesso è in corso una manifestazione in un quartiere popolare a nord del Cairo. In questi giorni c’è la strategia delle manifestazioni mordi e fuggi per stancare la polizia e distrarre i comandanti per le prossime mosse. Ad esempio, vicino a dove abito, alle 21, c’era una manifestazione che si è conclusa in poco tempo, giusto per creare un diversivo.

Ore 02:30. Il vero video di piazza Tahrir che dimostra la verità su quanti erano i manifestanti prima dell’arrivo dei soldati in borghese: http://www.youtube.com/watch?v=RWQeDWEI6iQ