Egitto, 30 morti e più di mille feriti negli scontri di venerdì

Ahram Online. E’ di 30 morti e 1138 feriti il bilancio degli scontri avvenuti ieri, venerdì 5 luglio, in diverse città egiziane. La maggior parte delle vittime, 12, sono cadute nella città di Alessandria. Lo ha rivelato Mohammed Sultan, direttore dell’Autorità egiziana per i soccorsi.

Nella notte di venerdì, violenti scontri sono scoppiati nella città costiera egiziana di Alessandria, tra le forze di polizia e migliaia di sostenitori del deposto presidente Mohammed Mursi.

Le violenze si sono estese lungo la via che porta al quartier generale dei militari, situato a nord della città, dove i manifestanti pro-Mursi avevano marciato precedentemente durante la giornata.

All’inizio della giornata, i sostenitori e gli oppositori di Mursi si sono scontrati nei pressi del quartier generale militare, dove centinaia di sostenitori della Fratellanza Musulmana hanno marciato, aderendo all’appello lanciato dagli islamisti per protestare contro la rimozione di Mursi.

Le violenze si sono scatenate nel pomeriggio di venerdì, quando i sostenitori del presidente deposto sarebbero stati provocati da passanti anti-Mursi. La polizia è intervenuta per formare un cordone di sicurezza, nel tentativo di disperdere la folla.

Colpi di pistola si sono uditi nel corso degli scontri, tuttavia, fino alle ore 18, non risultava alcuna vittima.

Anche la capitale egiziana, il Cairo, è stata teatro di scontri mortali, avvenuti fuori dalla sede della guardia repubblicana, nel quartiere di Heliopolis, dove almeno due sostenitori di Mursi sono stati uccisi.

Migliaia di persone hanno preso parte alle marce del “Venerdì di rifiuto”, organizzate al Cairo, nelle città settentrionali di Alessandria e Beheira e nella città di Minya, iniziate dopo la preghiera del venerdì.

La Coalizione nazionale per la legittimità, un’alleanza islamista guidata dalla Fratellanza, da cui proviene Mursi, aveva invitato ad organizzare, per venerdì, “proteste pacifiche in tutte le province dell’Egitto, per denunciare il colpo di stato militare contro la legittimità, e per dar sostegno alla legittimità del presidente Mursi”.

Mursi, insediatosi nel giugno del 2012 dopo aver vinto le prime elezioni democratiche nell’era post-Mubarak in Egitto, è stato destituito mercoledì scorso dal capo militare, Abdel-Fattah al-Sisi, dopo quattro giorni di proteste di massa a livello nazionale contro il suo governo.

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Nel Sinai, l’esercito apre il fuoco contro i manifestanti pro-Mursi: http://nhdtmsr.blogspot.com/2013/07/blog-post_6.html

Arresto in diretta del corrispondente della CNN da parte dell’esercito egiziano: ttp://nhdtmsr.blogspot.com/2013/07/cnn.html