Emergenza Covid-19, la UE fornisce alla Palestina aiuti per 71 milioni di euro

Quds PressIl rappresentante dell’Unione Europea (UE) ha annunciato un pacchetto di aiuti per un importo di 71 milioni di euro per far fronte alla pandemia del coronavirus in Palestina.

In una dichiarazione rilasciata giovedì sera, l’Unione Europea ha affermato di avere accolto favorevolmente le misure preventive adottate dalle autorità palestinesi, così come il piano per affrontare il Covid-19: sono state sottolineate tutte le sfide approvate dal governo di Ramallah, comprese le restrizioni imposte alla mobilità dei palestinesi e le complesse questioni della Striscia di Gaza sotto assedio.

Il pacchetto di aiuti dell’Unione Europea, che comprende anche aiuti umanitari, è quindi una risposta diretta al piano relativo al Covid-19 dell’autorità nazionali palestinesi.

Il rappresentante dell’Unione Europea, Sven Kühn von Burgsdorff ha dichiarato: “La pandemia del coronavirus è un’emergenza globale di salute pubblica, senza precedenti, con ripercussioni sui nostri cittadini, sulle nostre società e sulle nostre economie. Questo è il momento della solidarietà tra i popoli, il momento di resistere insieme”. L’UE quindi comprende bene che i palestinesi, così come gli europei e molti altri ancora, siano profondamente colpiti da questa crisi e quanto sia importante questa dichiarazione di sostegno per garantire che i palestinesi siano preparati al meglio per combattere l’impatto economico e sociale della pandemia globale.

Von Burgsdorff ha osservato come l’assistenza sanitaria, che rappresenta una priorità globale in questa crisi, sia anche una priorità nell’assistenza dell’UE ai palestinesi, e che quindi saranno stanziati altri 9,5 milioni di euro ai sei ospedali di Gerusalemme Est – oltre all’attuale supporto annuale di 13 milioni di euro -, per aiutare a fornire tamponi e cure mediche ai palestinesi infetti dal virus. La sovvenzione include: il sostegno nella fornitura di attrezzature mediche di protezione e nella produzione locale di queste ultime nelle aziende palestinesi, e un pagamento di 40 milioni di euro ai dipendenti pubblici palestinesi per garantire che l’autorità nazionale palestinesi dispongano dei fondi sufficienti per coprire le spese aggiuntive previste nel piano di risposta al coronavirus.

Oltre a ciò, il sostegno UE alle piccole e medie aziende palestinesi aumenterà di 5,5 milioni di euro, in modo che possano continuare a svolgere il ruolo di spina dorsale dell’economia palestinese, e saranno intensificati gli sforzi per sostenere gli agricoltori e le aziende agricole per continuare a sopravvivere durante la crisi. Per far fronte al più ampio impatto sociale della crisi, saranno forniti inoltre ulteriori 5 milioni di euro a sostegno dei gruppi più bisognosi i cui numeri dovrebbero aumentare nelle prossime settimane a causa dell’impatto economico delle misure di crisi adottate.

Dalla dichiarazione si apprende altresì che l’Unione Europea ha impegnato 6,9 milioni di euro in assistenza umanitaria a ONG e alle organizzazioni delle Nazioni Unite già sul campo in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, per rafforzare le misure di prevenzione e di controllo delle infezioni: saranno aiutati anche i settori più vulnerabili della popolazione nell’ottenere l’accesso ai servizi  idrici, di trasferimento di denaro e di assistenza sanitaria di emergenza; inoltre saranno forniti 4 milioni di euro all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) per sostenere i rifugiati palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.

Infine, nella dichiarazione si sottolinea che l’Unione Europea ha versato l’intero importo del suo contributo di 82 milioni di euro al bilancio del programma 2020 dell’UNRWA, consentendo così all’agenzia di continuare a sostenere le sfide affrontate dai rifugiati palestinesi, oggi particolarmente colpiti dalla pandemia; a questo proposito, altri 36 milioni di euro di sostegno dell’UNRWA sono attualmente reindirizzati in Giordania e in Libano per concentrarsi sulle esigenze sanitarie più impellenti.

Traduzione per InfoPal di Alice Bondì