Esperto delle Nazioni Unite critica le continue punizioni collettive di Israele ai danni dei palestinesi

MEMO. Un esperto delle Nazioni Unite ha pubblicato un report in cui si fa pressione su Israele affinché cessi immediatamente tutti i crimini di punizione collettiva nei confronti del popolo palestinese.

Michael Lynk, relatore speciale per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967, ha dichiarato che la portata del devastante impatto delle politiche punitive di Israele può “essere vista in modo più evidente nella chiusura di Gaza che continua da 13 anni, la cui economia è completamente al collasso, le infrastrutture sono devastate e il sistema di servizi sociali è a malapena funzionante”.

Nel suo report alla 44ª sessione del Consiglio per i diritti umani, l’esperto indipendente ha presentato una lista di raccomandazioni, chiedendo a Israele di aderire alla legge e al consenso internazionale e di mettere fine velocemente ad una occupazione che continua da 53 anni.

Israele utilizza misure di punizione collettiva nei confronti dei palestinesi dall’inizio dell’occupazione nel 1967, attraverso la demolizione di case e una guerra psicologica ed economica verso le famiglie di presunti terroristi.

Ponendo enfasi sul ricorso di Israele a punizioni collettive come “uno strumento prevalente nel suo arsenale di misure coercitive per il controllo della popolazione”, ha criticato la politica continuativa di Israele di demolizione di case palestinesi che “contribuisce ad una atmosfera di odio e vendetta”.

La demolizione di abitazioni dall’auto-proclamato stato ebraico sono state espressamente condannate in quanto mezzo di punizione collettiva che viola la convenzione di Ginevra.

“Dal 1967, Israele ha distrutto oltre 2000 case palestinesi per punire le famiglie autoctone per atti che alcuni loro membri possono aver commesso, ma che essi stessi non hanno commesso”, ha detto il relatore.

Inoltre, Lynk ha evidenziato l’incremento dell’uso della violenza da parte dei coloni, la detenzione di palestinesi e il piano di Israele per annettere parti della Cisgiordania palestinese e il suo potenziale impatto.

Ha anche invitato Israele, lo scorso mese, ad aderire alle leggi internazionali e ha lanciato un appello all’Unione Europea affinché elenchino nel dettaglio le conseguenza politiche, diplomatiche ed economiche che comporterebbero la sfida israeliana all’opinione mondiale.

Traduzione per InfoPal di Giulia Barbini