Esperto di risorse idriche: Israele ha sottratto l’82% delle acque palestinesi

Ramallah-InfoPal. Un esperto palestinese di risorse idriche e ambientali ha reso noto che “i problemi tecnici e politici derivanti dagli accordi di Oslo, firmati tra l’Autorità palestinese (Anp) e Israele, hanno fatto sì che le principali fonti di acqua finiscano nelle mani degli israeliani, mentre il ruolo dei palestinesi si è limitato ai servizi”.

Durante una conferenza tenuta a Ramallah, il direttore generale dell’Associazione di Idrologia palestinese, Abdul Rahman al-Tamimi, ha affermato che “il problema sta nel fatto che la soluzione definitiva della questione idrica in Palestina è stata rinviata ai negoziati finali”. E ha sottolineato che “la questione delle risorse idriche per l’agricoltura non è stata affrontata ad Oslo”, osservando, allo stesso tempo, che “l’occupazione israeliana ha sottratto l’82% delle acque palestinesi”.

Al-Tamimi ha fortemente criticato “il lassismo del negoziatore palestinese nel trattare i diritti idrici negli accordi di Oslo. Specialmente il fatto di non essere riuscito a garantire alcun diritto sulle nostre acque del fiume Giordano, mentre la parte israeliana si è aggiudicata il diritto di apporre il veto in eventuali futuri negoziati sulle risorse idriche, oltre al diritto di confiscare tutti i pozzi d’acqua palestinesi”.

Riferendosi al destino delle acque palestinesi, al-Tamimi ha affermato che “il futuro del conflitto in Palestina e in Medio Oriente verterà proprio sulla questione idrica, alla luce del continuo furto israeliano delle risorse del popolo palestinese, e delle sue ricchezze, naturali, economiche e umane“.