Esperto egiziano: Israele ha un ruolo importante nell’indurre l’Etiopia a deviare il corso del Nilo

Il Cairo-Quds Press. Non si placano il risentimento e la rabbia egiziana e sudanese nei confronti dell’atteggiamento dell’Etiopia, che ignora i diritti dei paesi che si affacciano sul Nilo. I primi passi verso la deviazione del corso del Nilo Azzurro sono rappresentati dalla costruzione della diga al-Nahda (la Rinascita), che diminuirà la portata delle acque del Nilo spettante ai due paesi.

La rivista Daily Ethiopia, citando fonti di servizi segreti, ha dichiarato, in data 30 maggio, che il presidente egiziano Mursi “intende aprire una linea calda con il Sudan per cercare di ricorrere all’opzione militare con gli aerei F16, se l’Etiopia persisterà nella costruzione della diga, questione che fa infuriare le autorità egiziane e sudanesi”.

La notizia di un’azione militare contro Addis Abeba non è considerata improbabile dai militari egiziani, in un comunicato stampa in cui il generale Muhammad Ala Bilal, comandante delle Forze egiziane nella Guerra del Golfo, ha dichiarato che le Forze armate sono in grado di compiere con successo operazioni militari in Etiopia, “anche se è necessario esercitare pressioni politiche e diplomatiche, dal momento che la guerra sarà la risposta a un’azione internazionale negativa”.

Ha aggiunto poi che, se sarà necessario colpire la diga, occorrerà farlo prima che ne sia completata la costruzione, dal momento che sarebbe impossibile demolirla ricorrendo alla forza militare, considerando la resistenza  opposta dalle dighe a causa dell’uso di ingenti quantità di calcestruzzo”.

Il dottor Muhammad Mujahid al-Ziat, presidente del Centro nazionale degli Studi per il Medio Oriente, ha affermato che non esiste possibilità di orientarsi verso l’azione militare, considerando che la situazione di ostilità porterebbe i paesi a perseverare nell’inimicizia, assicurando invece che “le trattative rappresentano la soluzione ideale per conservare la quota dell’Egitto sulle acque del Nilo”.

Per contro, il generale Muhammad Qatab responsabile della documentazione dei servizi segreti sul bacino del Nilo nel periodo 1999-2003, ha dichiarato che non si deve considerare improbabile l’opzione militare nel trattare la crisi, come ha fatto Israele quando ha bombardato la scavatrice nell’ambito del progetto del Canale di Jonglei, negli anni Settanta del secolo scorso. Ha concluso affermando che “Israele ha un ruolo importante in ciò che sta accadendo ora”.

Traduzione per InfoPal a cura di Federica Pistono