Euro-Med chiede all’ANP di rilasciare i Palestinesi arrestati per commenti pubblicati su FB

Ginevra-PIC. L’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor ha espresso grande preoccupazione nei confronti delle politiche messe in atto dalle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese (ANP), in relazione all’”arbitraria” detenzione di Ahmed al-Khawaja, un ragazzo di Ni’lin a Ramallah, per 12 giorni consecutivi dopo che aveva postato un commento sulla pagina Facebook di Leila Ghannam, il governatore di Ramallah. 
L’associazione con sede a Ginevra ha riferito che un agente dell’apparato di sicurezza preventiva dell’ANP ha arrestato Khawaja il 18 aprile 2020 dopo aver fatto irruzione nella sua casa di Ni’lin, in Cisgiordania. Il giovane è stato accusato di “incitamento al conflitto settario” per via dei suoi commenti postati su Facebook.  
Secondo quanto verificato dall’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, l’arresto di Khawaja, che già in precedenza aveva trascorso oltre 18 mesi nelle carceri israeliane, è avvenuto dopo che un suo commento è apparso sotto ad un post di Facebook del governatore di Ramallah, Leila Ghannam, nel quale egli esprimeva la sua sorpresa per la chiusura delle moschee nell’ambito delle restrizioni adottate per far fronte alla pandemia, mentre le cerimonie pasquali sono state permesse ai Cristiani. 
 
“Mentre l’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor afferma la necessità, per i cittadini, di attenersi alle misure precauzionali per prevenire la diffusione del COVID-19, avverte anche che la detenzione di Khawaja è un atto contro le libertà di opinione ed espressione. Quella postata su FB era solo una domanda di un cittadino ad un funzionario e non un insulto o incitamento al conflitto settario”, ha dichiarato Euro-Med. 
 
Euro-Med ha evidenziato il fatto che “una figura di rilievo come il governatore di Ramallah Laila Ghannam, i cui sforzi concreti per affrontare la pandemia del COVID-19 sono stati apprezzati ed elogiati sulle piattaforme dei social media, dovrebbe denunciare apertamente l’arresto di qualsiasi persona per aver commentato sulla sua pagina personale di Facebook. Solo attraverso il dialogo e la discussione diretta su Facebook si possono chiarire le idee sbagliate senza ricorrere agli arresti arbitrari e alla detenzione”. 
Euro-Med ha ribadito il suo rifiuto allo sfruttamento dello stato di emergenza per la pandemia del COVID-19 allo scopo di giustificare campagne di detenzione arbitraria di attivisti ed operatori dei social, in palese violazione delle convenzioni sui diritti umani che la Palestina ha ratificato, così come le leggi applicate nei Territori palestinesi. 
 
L’associazione ha ribadito, inoltre, “la condanna per le continue accuse e diffuso utilizzo della legge sulla criminalità informatica da parte dell’Autoritá Palestinese allo scopo di arrestare giornalisti, scrittori e social influencer” accusandola di usare tali leggi per mettere a tacere e reprimere le libertà di opinione ed espressione in Cisgiordania.
 
Euro-Med ha chiesto alla ANP di ritirare le accuse contro Khawaja, di rimetterlo immediatamente in libertà, e di porre fine ad ogni azione penale e detenzione a discapito del diritto di opinione ed espressione.
 
“Il governatore di Ramallah, Laila Ghanem, è invitata a prendere posizione contro l’utilizzo delle leggi di emergenza come pretesto per ridimensionare le libertà e per tenere Khawaja lontano dalla moglie, dai suoi bambini e dalla madre malata durante il mese di Ramadan, detenendolo in circostanze difficili nonostante la pandemia del COVID-19. In questo periodo i carcerati, in molte parti del mondo, arrestati con accuse lievi, sono stati rimessi in libertà”.
 
Traduzione per InfoPal di Aisha Tiziana Bravi