Ex-soldato israeliano a capo di organizzazione per traffico di bambini ricercato da Interpol

MEMO. Tre israeliani sono stati arrestati durante il fine settimana, in Colombia, insieme ad altre 15 persone, con l’accusa di coinvolgimento nel traffico sessuale nella città turistica di Cartagena, che includeva lo sfruttamento sessuale di oltre 250 donne e ragazze, secondo quanto affermato dallo Ynet News israeliano.

È stato riferito che le autorità colombiane hanno anche chiesto all’Interpol di arrestare un ex-soldato israeliano, deportato dalla Colombia per aver gestito un giro di prostituzione minorile. Le autorità hanno affermato che, anche dopo la sua espulsione, il 44enne israeliano Assi Ben-Mosh ha continuato a gestire da lontano le sue operazioni illecite in Colombia.

Mosh era stato deportato in Israele dopo che si era scoperto che faceva parte di un gruppo di ex-soldati israeliani che avevano trasformato un piccolo villaggio di pescatori, a Taganga, in un “covo di sesso e droga” dalla loro base in un resort di lusso, il Benjamin Hostel che era noto ai locali come “piccolo Israele”.

Dalla “Little Israel” si dice che Mosh abbia gestito club simili che sfruttano droghe e bambini a Cartagena, Bogotá, Medellín, Ecuador, Messico ed in Brasile. I locali hanno affermato che si sentono sollevati dopo il suo arresto e la sua deportazione, avvenuta lo scorso novembre.

Le autorità colombiane hanno affermato che Mosh ha messo a rischio la sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini. I rapporti hanno affermato che Mosh è stato anche accusato di una serie di altri reati, tra cui frode fiscale, reati legati a traffico di droga e incitamento alla prostituzione.

Mosh nega qualsiasi connessione con il gruppo legato al turismo sessuale e, secondo le fonti israeliane, sta attualmente conducendo una battaglia legale per tornare in Colombia.

L’operazione d’arresti durante il fine settimana è avvenuta dopo mesi di sorveglianza. Le autorità hanno affermato che è stata una delle più grandi operazioni per combattere il traffico di bambini e la prostituzione forzata a Cartagena. In una dichiarazione, l’ufficio del procuratore generale ha descritto le vittime come “veri schiavi del XXI secolo”.