Famiglie beduine: gruppi dei diritti umani chiedono di porre fine alla costruzione di una pericolosa miniera di fosfato nel Negev

Imemc. È stata presentata una petizione contro una miniera israeliana che mette in pericolo la salute dei residenti di Al-Fura’ e che porterà al trasferimento immediato di migliaia di persone. La miniera fa parte di un piano israeliano per costringere 36 mila beduini a lasciare le loro case.

I residenti beduini e le organizzazioni per i diritti umani si sono recati alla Corte suprema israeliana per l’ultima fase di una battaglia contro il progetto di apertura di una miniera di fosfato nel Naqab (Negev) nel sud di Israele. L’apertura della miniera comporterebbe l’immediata evacuazione di migliaia di residenti beduini – cittadini di Israele – e l’esposizione di altre migliaia a gravi rischi per la salute.

Il progetto della miniera di fosfato di Sde Barir è stato approvato in base a un sondaggio di valutazione sull’impatto ambientale che ha ignorato l’esistenza dei 15 mila residenti beduini della zona, inclusi quelli che vivono ad Al-Fura’ , il villaggio beduino direttamente interessato dal progetto minerario.

Adalah, il Centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele, insieme a 168 residenti di Al-Fura’, al Consiglio regionale dei villaggi non riconosciuti del Negev, all’Associazione per i diritti civili in Israele (Acri), a Bimkom – Progettisti per i diritti di pianificazione – e ai Medici per i diritti umani-Israele (Phr-I), ha presentato alla Corte suprema il 21 gennaio scorso una petizione contro il progetto minerario.

Un’audizione sulla petizione, presentata da Myssana Morany, procuratore di Adalah, contro il governo israeliano, il Consiglio della programmazione nazionale e delle costruzioni, e la compagnia Rotem-Amfert Negev Ltd (che detiene licenze esclusive per l’estrazione del fosfato nel paese) si è tenuta presso la Corte suprema di Gerusalemme il 27 febbraio scorso.

Israele costringe 36 mila beduini a evacuare dalle loro case.

Il progetto della miniera di fosfato di Sde Barir è solo una parte di un piano, che Israele ha annunciato il 28 gennaio 2019, per il trasferimento forzato di 36 mila beduini, cittadini arabi di Israele che vivono in villaggi non riconosciuti nella regione meridionale del Naqab (Negev), per espandere le aree di addestramento militare e implementare ciò che vengono definiti “progetti di sviluppo economico”.

L’attuazione del piano è prevista per il prossimo anno e verrà attuata nel corso di diversi anni. Il piano fornisce una chiara conferma di quanto l’Autorità israeliana per lo sviluppo e l’insediamento dei beduini nel Negev discrimini apertamente la popolazione beduina, e li consideri un ostacolo da eliminare dal paesaggio per aprire un percorso per l’insediamento ebraico e per lo “sviluppo”. Il programma governativo prevede il trasferimento di questi cittadini in cittadine colpite dalla povertà, gestite dal governo in altre aree del Negev.

Il progetto minerario danneggia le case e la salute

Nel marzo 2018 il governo israeliano ha approvato il Piano nazionale 14B, che mette a disposizione circa 6400 acri (26 mila dunam) di campi del Barir e di Zohar sud all’estrazione del fosfato.

Il ministro della sanità israeliano e gli esperti di salute di fama mondiale si oppongono fortemente al piano per il previsto aumento dei tassi di mortalità legati alle attività estrattive. I residenti beduini che vivono vicino alla miniera verrebbero esposti all’inalazione di particelle pericolose che potrebbero causare un aumento dei decessi per malattie cardiache e polmonari.

La petizione della Corte suprema ha sottolineato che le Autorità israeliane non hanno esaminato l’impatto della miniera sui cittadini di Al-Fura’. I dati parziali che lo stato ha raccolto nella sua valutazione dell’impatto ambientale riguardano solo gli abitanti delle città vicine di Arad e Keseife, ma ignorano l’esistenza di circa 15 mila cittadini beduini che vivono entro e intorno all’area interessata dalla costruzione delle miniere.

Nell’opinione degli esperti allegata alla petizione, gli esperti di salute pubblica israeliani il Prof. Nadav Davidovitch e la Dott.ssa Maya Negev evidenziano le carenze che un sondaggio di valutazione dell’impatto ambientale può avere nell’esame di problematiche legate alla salute umana.

Nonostante le obiezioni del Comitato per la pianificazioni e la costruzione del distretto, legate a questi problemi di salute, il piano è stato comunque approvato dal Consiglio israeliano della programmazione nazionale e delle costruzioni e dal governo israeliano.