Famiglie palestinesi costrette a radere al suolo le proprie case: picco di demolizioni forzate

397586CGerusalemme-Ma’an. Mercoledì due famiglie palestinesi nel quartiere di Beit Hanina della Gerusalemme Est occupata sono state costrette a demolire le proprie case in quanto costruite senza permessi, per evitare le costose tasse di demolizione imposte dal comune di Gerusalemme.

Fra le due famiglie, 15 palestinesi sono rimasti senza tetto.

Imad Jaber, proprietario di una delle case, ha raccontato a Ma’an di essere stato costretto ad affittare un bulldozer per demolirla, dopo aver ricevuto l’ordine.

“Ho costruito questa casa 10 anni fa con le mie mani, mattone dopo mattone”, ha detto a Ma’an. “Non ho avuto altra scelta che demolirla io stesso, per evitare di pagare una tassa di oltre 70mila shekel (18mila dollari)”.

Ha detto che non poteva permettersi assolutamente di pagare la tassa, soprattutto dopo aver pagato 67mila shekel di multe nel corso degli ultimi anni.

Viveva nella casa con sua moglie e quattro bambini e provava di continuo a ottenere una licenza di costruzione, ma il comune ha sempre respinto le sue richieste.

Rami Allon, proprietario dell’altra casa demolita, ha raccontato a Ma’an di essere rimasto ferito durante la demolizione, quando una delle colonne portanti della casa gli è crollata addosso, fratturandogli una gamba in tre punti.

Allon ha detto che viveva in quella casa di due piani e 340 metri quadri con sua moglie e sette figli dal 2013.

Ha aggiunto che, nello stesso 2013, il comune gli aveva ordinato di pagare una multa di 117mila shekel (circa 31mila dollari).

Ha quindi pagato le mute, sperando che il comune non demolisse la casa e ha anche presentato diversi appelli alla corte centrale e a quella suprema israeliana, ma hanno rifiutato ogni appello e ordinato la demolizione.

Allon ha riferito di essere proprietario di altre tre case a Beit Hanina, per le quali sta cercando di ottenere i permessi di costruzione e per le quali ha già ricevuto delle multe.

In seguito a una richiesta di commenti, un portavoce del comune di Gerusalemme ha risposto a Ma’an di non poter confermare il caso di Jaber a causa della mancanza di dettagli.

Ha invece confermato il caso della famiglia Allon e ha detto: “Le demolizioni autonome avvengono quando i proprietari delle case accolgono le notifiche legali e le sentenze e rimuovono indipendentemente le violazioni del codice edilizio. I casi specifici non sono verificati in tempo reale, quindi non possiamo fornire commenti”.

Queste auto-demolizioni giungono nel mezzo di un’onda di demolizioni forzate contro le case e le strutture dei palestinesi a Gerusalemme Est e nella Cisgiordania occupata.

Secondo UNOCHA, 33 strutture sono state demolite negli ultimi tre giorni, lasciando 35 persone – di cui un terzo bambini – sfollate e danneggiandone 100 in altri modi.

Traduzione di F.G.