Fidh: ‘Israele, permetti alla Freedom Flotilla 2 di giungere a Gaza!’

Fidh. Dato che l'assedio illegale di Gaza continua, una nuova flotta di aiuti internazionali si dirigerà verso la Striscia di Gaza, nei prossimi giorni. Lo scopo della flotta, organizzata da attivisti internazionali per la pace, è di porre fine all'assedio illegale imposto dal giugno 2007 dalle autorità di Israele sulla Striscia di Gaza come forma di punizione collettiva. Tale assedio ha provocato una crisi umanitaria e continua ad esistere, nonostante la risoluzione 1860 del Consiglio di sicurezza dell'ONU e le richieste della comunità internazionale.

La flotta trasporterà beni umanitari, acqua, cibo e medicine, ma non armi. Sebbene Israele sostenga di aver allentato il blocco, un rapporto pubblicato nel novembre 2010 da una coalizione internazionale di 22 organizzazioni di sviluppo, diritti umani e umanitarie, afferma che in realtà sono state adottate solo alcune misure per limitare il divieto di esportazione, il divieto di importazione di materiali da costruzione a Gaza, l’impossibilità per i palestinesi di lasciare Gaza e per il personale delle Nazioni Unite di accedere a Gaza.

La Federazione Internazionale per i Diritti Umani (Fidh) è allarmata, perché le autorità israeliane hanno dichiarato che saranno prese le misure necessarie ad impedire alla flotta di raggiungere Gaza, nonostante gli organizzatori abbiano chiaramente affermato che le navi trasporteranno aiuti umanitari e non armi.

Ricordando l'attacco mortale perpetrato dalle forze israeliane contro la flotta di aiuti nel maggio 2010, che ha causato la morte di 9 attivisti internazionali e il ferimento di altre 30 persone, Fidh ricorda ad Israele di essere soggetto agli obblighi del diritto internazionale riguardo alla protezione di civili e all’astensione dall'uso della violenza contro i passeggeri disarmati a bordo della prossima flotta di aiuti internazionali.

Fidh sollecita le autorità israeliane a non ripetere il tragico incidente dell’attacco alla flotta di aiuti, avvenuto nel maggio 2010. L'indagine nazionale condotta da Israele su tale attacco ha dimostrato la mancanza di trasparenza e di imparzialità e ha avuto come risultato l'impunità dei responsabili delle gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario.

La missione d'inchiesta del Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU, svolta riguardo all'incidente del maggio 2010, ha reso noto che le azioni di Israele “hanno rappresentato gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale”, nel momento in cui le truppe israeliane hanno fatto irruzione la flotta di aiuti. Il rapporto descrive le azioni di Israele come “il raggiungimento di un livello inaccettabile di brutalità, che non può essere giustificata né perdonabile dal punto di vista della sicurezza o da qualsiasi altro punto di vista”.

Fidh chiede a Israele di proteggere i civili a bordo, per consentire il passaggio della flotta ed evitare un assalto delle forze militari al convoglio di aiuti internazionali, che porta aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

Fidh ribadisce, inoltre, la responsabilità della comunità internazionale, che dovrà prendere tutte le misure necessarie a garantire la fruizione degli aiuti umanitari alla popolazione civile della Striscia di Gaza.

Infine, Fidh annuncia che uno dei propri membri, la Ligue des droits et libertés (Québec, Canada), avrà un suo delegato, Marie-Ève Rancourt, a bordo di una delle navi della flotta. Questo delegato controllerà lo svolgersi degli eventi e riferirà alla Ligue qualsiasi violazione dei diritti.

 

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