Forze israeliane feriscono adolescente palestinese e reprimono marcia a Hebron

Hebron-Ma’an. Venerdì, un palestinese di 13 anni è stato ferito all’addome e alla coscia con proiettili di acciaio rivestiti di gomma dalle forze israeliane. Un altro palestinese è stato colpito con un candelotto di gas lacrimogeno in faccia, mentre le forze israeliane stavano attaccando una marcia nel centro di Hebron, nel sud della Cisgiordania occupata.

Diversi altri palestinesi sono rimasti soffocati a causa dei gas lacrimogeni in seguito allo scoppio di scontri tra palestinesi e forze israeliane, durante la marcia commemorativa per il 25° anniversario del massacro nella moschea di Ibrahimi.

Scontri sono scoppiati a al-Shuhada street e nelle aree di Bab al-Zawiya, nella città di Hebron.

Il 25 febbraio 1994, il colono israeliano Baruch Goldstein aprì il fuoco contro i fedeli musulmani della moschea, uccidendo 29 persone e ferendone oltre 120. Un accordo del 1997 divise Hebron in aree di controllo palestinese ed israeliano; anche la moschea Ibrahimi venne divisa, trasformandone una parte in sinagoga, conosciuta dagli ebrei come Tomba dei patriarchi.

La Moschea Ibrahimi è entrata nell’Area H2, controllata dall’esercito israeliano, che comprende anche il resto dell’antica città vecchia e di quella che una volta era la fiorente al-Shuhada street, che ora è solo un via di negozi e case chiuse.

Circa 800 coloni notoriamente aggressivi ora vivono sotto la protezione dell’esercito israeliano nella Città Vecchia, circondati da oltre 30.000 palestinesi.