Gaza sull’orlo della guerra civile: 6 morti e 70 feriti negli scontri intestini tra le forze esecutive e le forze di sicurezza palestinesi.

Tragico bilancio di una giornata di guerriglia tra gli schieramenti palestinesi di Hamas e Fatah. La violenta manifestazione degli agenti della sicurezza palestinese, fedeli al presidente Abu Mazen, e probabilmente incoraggiata dall’interno di Fatah, ha visto la risposta repressiva delle forze ausiliarie del ministero degli Interni. Ne sono nati duri scontri che hanno colpito anche i civili e la sede di edifici istituzionali.

Il caos e la violenza sembra stiano avendo la meglio nella Striscia di Gaza, affamata, senza soldi, chiusa come in una prigione a cielo aperto, e con una percentuale di casi depressivi da allarme sociale.

Se è evidente che Fatah, e la presidenza, stiano lavorando a pieno ritmo per far cadere il governo legittimamente eletto dal popolo palestinese – musulmani e cristiani – e riposizionarsi sulle poltrone occupate per lunghi anni, è anche vero che Hamas sta perdendo il senso del limite e di quella "diplomazia" che ha caratterizzato i primi, e già difficili, mesi di governo.

Hamas era riuscita a compattare un’opinione pubblica palestinese eterogenea con programmi e progetti di riforma, e con una retorica rivolta a tutta la popolazione. Ora qualcosa sta cambiando profondamente. Anche se ha sempre rappresentato il pensiero di Hamas, la recente dichiarazione di Al-Masri – "Hamas è il governo di Dio sulla Terra" – è un segno di mutamento di attenzione: la platea a cui si rivolge è musulmana. E’ questa che deve essere catalizzata. Il resto dell’opinione pubblica, forse interna, e sicuramente mondiale, non interessa più. E’ la chiusura verso l’interno del mondo islamico, nell’illusione che la fratellanza pan-islamica possa ridestarsi e correre in soccorso dei palestinesi oppressi dall’occupazione israeliana e da un feroce embargo occidentale (e arabo).

Dal nostro corrispondente.

6 palestinesi sono stati uccisi e più di 70 feriti negli scontri in corso tra membri degli apparati di sicurezza dell’Anp e le forze ausiliarie del ministero degli Interni, scoppiati in varie aree della Striscia di Gaza per bloccare le proteste degli agenti della sicurezza palestinesi contro il mancato pagamento dei salari.

Un uomo, un ragazzo e un ufficiale della sicurezza sono stati uccisi a Gaza e a Khan Younis durante gli scontri.

Fonti locali hanno raccontato che membri delle forze ausiliarie stavano assediando la casa di Safwat Rahmi, ufficiale della sicurezza preventiva dell’Anp, dopo aver arrestato tre delle sue guardie del corpo.

Gli scontri sono scoppiati sulla scia degli ordini impartiti dal ministro degli Interni palestinese, Sa’id Siyam, di rinforzare la disciplina nelle strade, dopo che elementi della sicurezza dell’Anp avevano organizzato proteste chiedendo il pagamento dei salari arretrati -avevano ricevuto un mese di stipendio un paio di giorni fa.

Durante una conferenza stampa, Khaled Abu Hilal, portavoce del ministro degli Interni, ha dichiarato che elementi della sicurezza "senza regole" stanno "macchiando l’immagine della polizia palestinese attraverso danni alle proprietà palestinesi e sparando colpi in aria – sprecando pallottole il cui costo valeva quanto i loro salari".

Abu Hilal ha incolpato i "partiti stranieri" – che non ha menzionato anche se ha sottolineato che il ministero ha acquisito documenti sulla connivenza con i rivoltosi -, di alimentare tali atti.
E ha sollecitato tutte le parti a "esercitare auto-controllo e a non farsi trascinare da coloro che puntano a scatenare la guerra civile in Palestina".

Membri delle forze di sicurezza hanno organizzato in questi giorni dimostrazioni per le strade della Striscia di Gaza – chiudendo strade, bruciando copertoni e attaccanto il ministro della Cultura, Attalla Abul Sabh.

Un sito web vicino al movimento di Fatah ha citato fonti della presidenza dell’Anp che affermavano che Abbas avrebbe ordinato alle sue forze di affiancare i manifestanti contro le forze di appoggio del ministero degli Interni.

Nella città di Gaza, forze leali a Hamas sono salite sul tetto del ministero dell’Agricoltura e hanno sparato granate e mitragliate contro la guardia presidendenziale, uccidendone una.

Attaccato il palazzo presidenziale

Islam Shawhan, portavoce delle Brigate Izzeddin Al-Qassam, ala armata di Hamas, ha dichiarato: "Useremo il pugno di ferro contro tutti quegli elementi che stanno cercando di sabotare la scelta elettorale del nostro popolo, che stanno cercando di distruggere le nostre proprietà pubbliche e chiudere le strade. Non esiteremo ad attaccarli".

Dal canto suo, Tawfik Abu Khoussa, portavoce di Fatah, ha dichiarato: "Queste azioni sono senza giustificazione".

Truppe fedeli a Abbas si sono anche scontrate con le forze di Hamas a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. 2 militari e due civili sono rimasti feriti. 

Cinque membri delle forze di sicurezza presidenziali sono stati catturati da Hamas e portati a Gaza.

In un comunicato, il portavoce del governo Hamas, Ghazi Hamad, ha affermato che il governo ha dispiegato la Forza Esecutiva durante la protesta delle forze di sicurezza per tentare di mantenere la legge e l’ordine e evitare il caos.

E ha anche affermato che il ministro degli Interni aveva dato ordine alle sue forze di evitare le violenze sia contro i manifestanti sia contro i membri delle forze di sicurezza.

"La partecipazione dei membri dei servizi di sicurezza alla rivolta è una violazione della legge che minaccia la comunità palestinese. La protesta ha sorpassato i limiti legali e si è trasformata in ribellione e ammutinamento quando è stata usata la violenza e sono stati attaccati gli edifici istituzionali palestinesi".

 

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