A gennaio, Israele ha proseguito nelle aggressioni contro i Palestinesi e la moschea di al-Aqsa

Gerusalemme occupata-PIC e Quds Press. Il Centro Informazioni Wadi Hilweh ha dichiarato che nel mese di gennaio, le autorità di occupazione israeliana hanno continuato nelle aggressioni contro i palestinesi e contro la moschea di al-Aqsa, nella Gerusalemme occupata.
 
In un documento rilasciato domenica, il centro ha dichiarato di aver documentato la detenzione di 150 cittadini palestinesi, 65 dei quali erano minorenni a gennaio 2015.
Tra i detenuti c’erano anche otto uomini tra i 40 e 60 anni, così come 27 donne, cinque delle quali minorenni.
La maggior parte degli arresti nel mese hanno avuto luogo a Silwan, Issawiya, Attur, Sur Baher, la Città Vecchia di Gerusalemme e Beit Hanina.
Per le violazioni contro la moschea di al-Aqsa, 660 ebrei hanno profanato il luogo sacro islamico sotto la protezione della polizia.
Durante le loro invasioni della moschea, alcuni coloni estremisti hanno deliberatamente provocato i sentimenti dei fedeli musulmani e delle guardie della moschea, eseguendo rituali Talmudici nei cortili e attaccandoli verbalmente. Hanno anche fatto dei tentativi di profanare la Cupola della Roccia. 
Hanno, inoltre, fatto volare due aerei telecomandati sulla moschea e sul cimitero di Bab al-Rahmeh, per provocare il panico tra i musulmani.
Il mese ha visto accessi ristretti per i fedeli musulmani alla moschea, dove la polizia israeliana sequestrava la carta d’identità di uomini e donne ai cancelli, prima di farli entrare.
La polizia ha anche vietato l’ingresso di 24 cittadini nella moschea di al-Aqsa per periodi che vanno da 21 a 60 giorni.
Traduzione di H.F.L.