Gerusalemme, tentativi israeliani di espropriare terreni cristiani

Gerusalemme-PIC. Organizzazioni ufficiali israeliane si sono incontrate martedì con imprese private ​​che vendono le terre dei Cristiani per discutere alcuni modi per risolvere la crisi in corso, ha rivelato Haaretz.

I rappresentanti del ministero delle Finanze israeliano, la Keren Kayemet e l’autorità per le terre israeliana parteciperanno all’incontro.

L’incontro è avvenuto dopo che tre importanti chiese della Terra Santa hanno chiesto, lunedì, al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di impedire l’avanzamento di un progetto di legge volto a espropriare le loro terre.

I capi delle chiese armene, greco-ortodosse e cattoliche di Gerusalemme hanno anche accusato le autorità israeliane di non mantenere un impegno preso solo pochi mesi fa, che aveva messo fine a una grave crisi tra le parti.

A febbraio, la municipalità di Gerusalemme ha iniziato a riscuotere le imposte sulle proprietà ecclesiastiche, mentre i parlamentari, separatamente, in parlamento hanno lavorato per far avanzare una legge che consenta l’espropriazione delle proprietà ecclesiastiche.

I responsabili della chiesa, in segno di protesta, hanno chiuso la chiesa del Santo Sepolcro, il sito di Gerusalemme dove si crede che Gesù sia stato crocifisso e sepolto, in seguito al quale le autorità israeliane hanno congelato sia le misure fiscali che la legge, impegnandosi in un dialogo con i cristiani su tali problemi.

Grandi aree di Gerusalemme sono di proprietà di varie chiese, che in molti casi hanno raggiunto accordi di leasing a lungo termine con lo stato.

I residenti che vivono in case in queste terre temono che le chiese possano vendere le terre alle imprese private, che sarebbero libere di fare ciò che desiderano con le loro proprietà, incluso l’aumento degli affitti o la demolizione delle strutture esistenti.