Giordania vs Isis: qual è la prossima fase?

‘Abdulrahman Al-Masri per MemoUn video di 22 minuti pubblicato dal gruppo dello Stato islamico di Iraq e dello Sham (Isis), martedì 3 febbraio, ha rivendicato la responsabilità per l’assassinio del pilota giordano. Nel video si vedevano immagini impressionanti del primo luogotenente 26 enne, Muath Al-Kasasbeh, bruciato vivo. La Giordania ha confermato ufficialmente la morte del suo pilota. I cittadini giordani hanno reagito al brutale omicidio partecipando a manifestazioni di strada, per chiedere vendetta contro l’Isis e azioni più forti per fermare il gruppo.
In seguito all’orrenda morte del pilota, i giordani, la regione araba e la comunità internazionale seguono con attenzione le prossime mosse delle autorità giordane.
«C’è una rabbia crescente per le strade della Giordania», ha detto l’analista politico giordano Nabil As-Sharif. «Tutte le possibilità sono aperte, ora, per la Giordania», ha aggiunto As-Sharif, che precedentemente è stato ministro per gli affari delle comunicazioni e portavoce del governo.
«C’è un enorme appoggio pubblico per qualsiasi decisione la Giordania possa prendere».
In quanto parte della coalizione contro l’Isis guidata dagli Stati Uniti, la Giordania ha iniziato, negli ultimi giorni, un’ampia fase di attacchi aerei contro il gruppo terrorista. Al-Jazeera ha comunicato che le Forze armate giordane hanno collocato una parte delle proprie truppe più vicino al confine con l’Iraq.
La Giordania è stata coinvolta nella lotta contro l’Isis dalla formazione della coalizione internazionale guidata dagli Usa, nel settembre 2014. Il luogotenente Al-Kasasbeh è stato catturato nel corso di un attacco aereo contro l’Isis il 24 dicembre scorso, e l’evento ha attirato un’attenzione particolare sul ruolo dei Paesi arabi, come la Giordania, nella coalizione a guida Usa.
Dopo la cattura, l’Isis pubblicò una presunta intervista con Al-Kasasbeh su Dabiq, la rivista mensile dell’organizzazione utilizzata per propaganda e reclutamento. Nell’articolo il pilota veniva descritto come un «crociato», e Al-Kasasbeh avrebbe manifestato consapevolezza del fatto che l’Isis progettava di ucciderlo.
Iniziarono le trattative tra l’Isis e le autorità giordane per la sua liberazione. Il portavoce del governo del Regno, Mohammed Al-Momani, dichiarò a fine gennaio che la Giordania era pronta a liberare Sajida Ar-Reshawi, una prigioniera appartenente ad al-Qa’ida, in cambio della liberazione del pilota. Nel giorno stesso della dichiarazione, l’Isis diede alla Giordania un ultimatum sulla liberazione di Ar-Rashawi entro il tramonto. Ma l’ultimatum passò senza alcuno scambio, e senza prove che Al-Kasasbeh fosse ancora vivo.
Dopo la diffusione della decapitazione dell’ostaggio Kenji Goto, giornalista giapponese, il 31 gennaio, in Giordania crebbe l’ansia per la sorte del proprio pilota.
Quando il video sulla morte di Al-Kasasbeh venne diffuso, il 4 febbraio, re ‘Abdullah di Giordania interruppe la visita negli Stati Uniti e fece ritorno in patria il giorno stesso. Rilasciò una dichiarazione, diffusa dalla televisione di Stato giordana, di condanna nei confronti del gruppo terrorista e di condoglianze alla famiglia del pilota. Inoltre, le Forze aeree giordane (Jaf) promisero vendetta contro l’Isis in una dichiarazione pubblicata mercoledì 4 febbraio. «Presto gli aggressori conosceranno le conseguenze del loro gesto», fu la minaccia rivolta dalle Jaf all’Isis.
Appena il video cominciò a circolare, la tv di Stato rese noto che l’Isis aveva ucciso il pilota il 3 gennaio, non in febbraio come sostenuto nel video.
Dichiarazioni del governo giordano sostennero che la rabbia tra i giordani per la morte di Kasasbeh avrebbe «minato le file dell’Isis».
As-Sharif commentò a Memo sulla lunga storia della lotta al terrorismo della Giordania, facendo notare che i giordani ancora ricordano cosa accadde a Abu Musab Az-Zarqawi, un leader di al-Qa’ida giordano ricercato e poi arrestato dall’intelligence giordana. Az-Zarqawi fu responsabile di diversi bombardamenti in Iraq, durante la guerra nel 2003, e di tre esplosioni in alberghi di ‘Amman nel 2005. As-Sharif ha aggiunto che le Forze speciali della Giordania furono coinvolte nell’uccisione di Az-Zarqawi in Iraq nel 2006.
La Giordania potrebbe rispondere o con azioni «che rientrano nella coalizione a guida Usa, o con missioni speciali indipendenti», ha commentato As-Sharif. «La Giordania è tra i capofila nella lotta al terrorismo».
Nello stesso contesto, un rapporto per Business Insider ha riferito che le Forze di operazione speciale della Giordania sono «le forze di intelligence e di combattimento più valide» del Medio Oriente, e sono state addestrate dall’Esercito degli Stati Uniti. Le Forze giordane, che dal 1971, e fino all’emergenza dell’Isis, hanno mantenuto un ruolo difensivo, sono anche uno dei fornitori principali di personale nelle operazioni di mantenimento della pace dell’Onu.
Poche ore dopo la diffusione del video, le autorità giordane hanno annunciato che Sajida Ar-Reshawi e 5 altri terroristi in attesa di processo sarebbero stati giustiziati. Il 5 febbraio Ar-Reshawi e un altro prigioniero di al-Qa’ida sono stati messi a morte, apparentemente in risposta alla morte di Al-Kasasbeh.
«Lo scopo non era rispondere all’Isis, ma era più sul fronte interno», dice Mohammed Ersan, redattore capo di Radio al-Balad, una stazione radio di ‘Amman, riferendosi alle proteste interne, in Giordania, in reazione all’uccisione di Al-Kasasbeh. Ersan suggerisce che l’esecuzione dei due terroristi è avvenuta per calmare le strade della Giordania.
«Ci si aspettava che l’esecuzione ci sarebbe stata», egli ha aggiunto. Ersan, che ha parlato con Memo al telefono da ‘Amman, sostiene che tra i giordani, il governo e l’esercito c’è un notevole spirito di unità.
Risposta internazionale
Il video dell’uccisione dimostra la brutale ideologia del gruppo, e ha attirato l’attenzione internazionale, producendo probabilmente un impatto durevole sulla percezione mondiale dell’Isis.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato l’uccisione del pilota giordano. «I membri del Consiglio di sicurezza sottolineano come un tale crimine dell’Isis dimostri che il terrorismo è una piaga che colpisce tutta l’umanità e tutti i popoli di regioni e religioni diverse», ha dichiarato l’organo dell’Onu.
I leader mondiali hanno espresso solidarietà per la Giordania e hanno elogiato il ruolo che la Giordania ha assunto nel combattere il terrorismo.
«C’è un flusso di simpatia per la Giordania», ha detto As-Sharif. «Noi in Giordania vorremmo che ciò si traduca in misure di appoggio pratico alla Giordania».
Gli Usa, perciò, hanno aumentato gli aiuti alla Giordania a 1 miliardo di dollari, in seguito alla morte di Al-Kasasbeh. Precedentemente, il presidente Obama ha messo nel bilancio fiscale 2016 50 milioni di dollari per la Giordania, «per modernizzare e lanciare la sua capacità di contrastare minacce asimmetriche e terrorismo».
Probabilmente gli attacchi aerei contro l’Isis non avranno efficacia senza un’azione via terra. In molti hanno espresso la necessità di aumentare l’appoggio internazionale alle forze locali in Siria e in Iraq, quali i ribelli moderati in Siria, l’esercito iracheno e i peshmerga curdi.
«Se il governo vendicherà Mutah, vendicherà la patria» ha detto Safi Al-Kasasbeh, il padre del pilota.
«Mutah è la patria», egli ha aggiunto.
Traduzione di Stefano Di Felice