Giornalista israeliano rivela l’uccisione di migliaia di persone da parte del Mossad

L’antidiplomatico.it. Il giornalista israeliano Ronen Bergman, nel suo ultimo libro, ha rivelato l’uccisione per ‘errore’ di almeno 3.000 persone per mano di agenti del servizio di intelligence del regime di Israele (Mossad) oltre anche a diversi casi di “rapimento” e “tortura”.

“In generale, stiamo parlando di almeno 3.000 persone, bersaglio non solo le persone obiettivo, ma anche molte persone innocenti durante la missione del servizi segreti israeliani che si trovavano nel luogo sbagliato al momento sbagliato”. A dichiararlo è il giornalista Ronen Bergman, nel corso di un’intervista al settimanale tedesco ‘Der Spiegel‘.

Secondo lo scrittore israeliano, durante la seconda Intifada (2000-2005) che scoppiò contro l’aggressione israeliana al popolo palestinese, ci sono stati giorni in cui le “uccisioni mirate” erano anche di quattro o cinque persone, di solito membri di HAMAS.

Nel suo libro, intitolato ” Rise and Kill First. The Secret History of Israel ‘s targeted assassinations”, che sarà a disposizione del pubblico a partire da lunedì prossimo, Bergman ha raccontato molte storie di missioni sporche effettuate dai servizi segreti israeliani.

In uno dei casi, rivela come il Mossad abbia rapito uno scienziato tedesco a Monaco nel 1962, per poi trasferirlo a Tel Aviv, dove l’hanno interrogato e ucciso.

“È il primo libro sul Mossad basato su interviste autorevoli e documenti inediti,” ha spiegato lo scrittore israeliano al giornale tedesco, sottolineando che per questo lavoro ha parlato con circa 1.000 persone, tra cui sei ex capi del Mossad e altri alti funzionari come gli ex primi ministri del regime israeliano, Ehud Barak e Ehud Olmert, e quello attuale, Benjamin Netanyahu.