Giornata dei prigionieri palestinesi, tra sofferenza e violazioni israeliane.

Gaza – Speciale Infopal. Il 17 aprile di ogni anno, i palestinesi della Striscia di Gaza e della Cisgiordania occupata, commemorano la Giornata del prigioniero palestinese, istituita nel 1974 dal Consiglio Nazionale Palestinese.

Tra le azioni più incisive della commemorazione di quest’anno, vi è lo sciopero della fame attuato dai prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. Si tratta di una protesta contro le misure razziste che i soldati israeliani impongono ai familiari dei prigionieri. Tra questi abusi attualmente vige il divieto delle visite.

Le attività a livello popolare ed ufficiale. I soldati e le guardie carcerarie israeliane intimano alle madri dei prigionieri di svestirsi completamente prima di recarsi a far visita ai loro cari.

Questa misura provocatoria vuole chiaramente creare un sentimento di ostilità tra i prigionieri, i quali hanno dichiarato: “Con lo sciopero della fame chiediamo di fermare simili sconcertanti pratiche”.

Le fazioni e le istituzioni della società civile palestinesi della Striscia di Gaza e della Cisgiordania hanno invitato tutti a sostentere i prigionieri con qualunque inziativa e chiedendone la liberazione.

Tra i primi eventi organizzati nella giornata di sabato, vi è stato un sit-in organizzato dai familiari dei prigionieri della Striscia di Gaza, davanti la sede della Croce Rossa.

Hanno portato con loro le foto dei figli detenuti ed hanno esibito striscioni con appelli rivolti alla comunità internazionale.

Le richieste, ancora una volta, sono quelle di esercitare pressioni su Israele affinché rispetti i diritti di detenuti e prigionieri a partire dal diritto di visita dei loro familiari.  

Il divieto di visita imposto da Israele ai familiari. Sono quasi 4 anni ormai che le forze d’occupazione impogono totale divieto di visita ai familiari dei prigioniei della Striscia di Gaza.

Questo divieto entrò in vigore a seguito del rapimento, da parte dei resistenti palestinesi, del soldato israeliano Gilad Shalit.

Oltre alla negazione del diritto di visita, anche le degradanti condizioni in cui Israele detiene i prigionieri palestinesi rappresentano una violazione della Convenzione di Ginevra.

Sono circa 7.500 i prigionieri palestinesi attualmente nelle prigioni israeliane.

37 sono donne, 15 deputati del Consiglio Legislativo (Clp).

Tra queste cifre ci sono anche i bambini palestinesi detenuti da Israele: sono 330 e sono sottoposti a tortura ed altri metodi di abuso.

Come gli adulti, anche i bambini vengono maltrattati durante gli interrogatori e sono costretti in piccolo celle, spesso sovraffollate.

I metodi di tortura. Percosse, mani e gambe legate e bende sugli occhi, scosse elettriche, privazione del sonno, insulti ed umiliazioni di ogni tipo.

Anche i bambini vengono sottoposti a metodi disumani e degradanti, in contravvenzione agli standard legali sull’infanzia.

Si registrano: negazione dei pasti, sporcizia e costrizione in ambienti infestati da insetti, detenzioni in celle senza ventilazione e/o illuminazione.

Mancanza di assistenza sanitaria adeguata, negazione di ricambio del vestiario (spesso proprio quello che portano i familiari in visita), assenza della possibilità di avere la consulenza di uno psicologo.

Si sono riportati anche casi di furto di beni personali, come denaro, in seguito ad irruzioni improvvise e violente da parte dei soldati israeliani nelle celle di detenuti e prigionieri palestinesi.

Nelle prigioni israeliane infine, vige il divieto all’istruzione.

L’Alta Corte. 5,000 sono i prigionieri palestinesi perseguiti e condannati: 790 stanno scontando pluriergastoli. 1.900 sono i detenuti (quindi senza condanna perché, nella maggioranza dei casi, senza alcuna accusa).

I palestinesi in detenzione amministrativa sono 290 dall’inizio del 2010.

9 palestinesi, provenienti dalla Striscia di Gaza, sono stati sottoposti alla “Legge del combattente illegale”.

Distribuzione geografica dei prigionieri palestinesi

–         765 provengono dalla Striscia di Gaza:

–         395 provengono da Gerusalemme est e dai territori occupati nel 1948:

–         il resto, e dunque la maggioranza, proviene dalla Cisgiordania. Qui, le forze di occupazione israeliana effettuano quotidiane incursioni ed arresti indiscriminati.

Status sociale dei prigionieri palestinesi

–         4.480 celibi/nubili:

–         2.500 sposati.

 

 

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