Giovane resistente ricercato dalle forze di occupazione, ucciso in esecuzione extragiudiziale

Nablus-PIC e IMEMC. All’alba di giovedì, in un’operazione di esecuzione extragiudiziale, le forze di occupazione israeliane  hanno assassinato Ashraf Walid Suleiman Na’alwa, 23 anni, un combattente della resistenza palestinese, a seguito di un’operazione congiunta nel campo profughi di Askar, nella città di Nablus.

Na’alwa era accusato di aver compiuto un attacco armato, il 7 ottobre, nell’insediamento di Ariel, vicino alla città di Salfit, in Cisgiordania, che aveva portato alla morte di due coloni.

Forze speciali hanno ucciso Na’alwa con raffiche di proiettili, durante un’operazione congiunta dello Shin Bet, dell’esercito e della polizia.

Secondo fonti israeliane, la posizione di Na’alwa è stata fornita da diversi “sospetti” sottoposti a “duro interrogatorio”, che è l’eufemismo che le autorità israeliane usano per descrivere la tortura.

Il servizio di intelligence Shin Bet ha dichiarato ai media israeliani di aver “lavorato” con diverse altre agenzie israeliane per “interrogare i sospetti” e cercare di localizzare Na’alwa.

Durante l’invasione, i militari hanno schierato cani e soldati pesantemente armati che hanno circondato l’edificio, vi hanno fatto irruzione sparando raffiche di proiettili che hanno colpito e ucciso Na’alwa. Poi hanno rapito due uomini che vivevano nell’edificio e la loro madre.

Fonti israeliane hanno riferito che Na’alwa era armato quando il commando è giunto nel luogo dove si nascondeva, e che ne è seguito uno scontro a fuoco.

Le forze israeliane avevano dato la caccia a Na’alwa per due mesi, continuando a prendere d’assalto alcune città e villaggi della Cisgiordania, saccheggiando case e sequestrando parenti e giovani per ottenere informazioni che potessero portarle a lui.