Gli esperti israeliani chiedono di sostenere il regime di Sisi in Egitto

Memo. Numerosi gruppi di esperti, ricercatori e opinionisti israeliani hanno rivolto un appello affinché il regime egiziano, guidato dal presidente Abdel Fattah Al-Sisi, venga sostenuto per aumentare la sua capacità di affrontare i gruppi islamisti.

L’Istituto di Strategie di Sicurezza Nazionale (INSS), uno dei think tank più importanti d’Israele, ha esortato i circoli decisionali a Tel Aviv ad aumentare l’assistenza militare, politica e di intelligence al regime di Sisi, per renderlo in grado di sconfiggere gli islamisti in Egitto e Sinai.

In un articolo di ricerca pubblicato mercoledì 4 febbraio sul suo sito web intitolato “La guerra dell’Egitto nella penisola del Sinai: una lotta che va oltre l’Egitto”, l’INSS ha sottolineato che è importante che Israele impieghi le sue capacità politiche e diplomatiche per convincere gli Stati Uniti ad aumentare il loro supporto al regime di Sisi.

L’INSS ha enfatizzato quanto sia significativo per Israele che Al-Sisi abbia successo nella sua campagna contro i militanti islamisti, facendo notare che il fallimento del regime egiziano significherebbe che questi gruppi “continuerebbero a operare direttamente contro Israele”.

L’articolo fornisce prove del significativo ruolo dell’esercito egiziano per la sicurezza israeliana, evidenziando l’episodio in cui un membro dell’Ansar Beit Al-Maqdis “è stato ucciso dagli egiziani prima che potesse portare avanti il suo piano” di bombardare obiettivi israeliani durante l’ultima aggressione israeliana alla Striscia di Gaza.

L’INSS ha anche sottolineato che il successo di Sisi nel vincere i militanti islamisti in Egitto indebolirebbe anche questi gruppi in altri stati della regione: “Il successo del governo di Abdul Fatah Al-Sisi nel fornire una risposta efficace all’offensiva di Ansar Beit Al-Maqdis e dei suoi partner influirà anche sulle capacità di altri stati della regione – Libia, Yemen, Giordania e altri – di confrontarsi con gli elementi jihadisti salafiti. Un simile successo servirà anche a scalfire l’impressione di una forza inarrestabile e minacciosa creata dalle conquiste dell’IS [ISIS]”.

In un articolo pubblicato dal giornale israeliano Makor Rishon, anche il professore dell’università di Bar-Ilan Yehuda Balanga ha lanciato un appello per aumentare il supporto israeliano al regime di Sisi. Balanga ha avvertito che se Al-Sisi fallirà nella sua guerra contro Wilayat Sinai, che rappresenta il gruppo dello Stato Islamico (ISIS), il Sinai si trasformerà in un’arena per iniziare la guerra contro Israele.

Balanga ha inoltre scritto che, se Wilayat Sinai guadagnasse lo slancio, opererebbe contro Al-Sisi nel cuore dell’Egitto e lo spodesterebbe, e ciò avrebbe implicazioni strategiche negative per la sicurezza nazionale di Israele.

Su Al-Monitor’s Israel Pulse, il commentatore israeliano Ben Caspit ha scritto che Israele ha già fornito ad Al-Sisi un supporto decisivo autorizzando l’Egitto “a usare armi pesanti e a introdurre in Sinai armi che normalmente sarebbero proibite secondo il loro trattato di pace”.

Ha evidenziato che Al-Sisi sta aiutando gli interessi israeliani cercando di indebolire Hamas e ha affermato che si aspetta che il regime di Sisi “continuerà a intensificare” la sua guerra contro Hamas nelle settimane e nei mesi a venire”.

Caspit ha aggiunto: “Sisi sa che, se non riuscirà a sconfiggere i mortali elementi terroristici nel Sinai, sarà l’inizio della fine del suo regime.