Gli esperti ONU lanciano appello perché Israele sia ritenuta responsabile per i piani di insediamento

PIC.Un esperto di diritti umani delle Nazioni Unite ha lanciato un appello per fare pressione sulla comunità internazionale affinché prenda azioni decise nei confronti dell’espansionismo coloniale di Israele nei Territori palestinesi occupati, descrivendo un recente piano di costruzione di 5000 abitazioni come una grave violazione delle leggi internazionali.

“La comunità internazionale deve rispondere di questa grave falla nel diritto internazionale con ben più che semplici critiche”, ha dichiarato in un comunicato stampa Michael Lynk, relatore speciale delle Nazioni Unite per la situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967.

“Mentre gli insediamenti israeliani continuano a divorare la terrea che sarebbe destinata allo stato indipendente di Palestina, la comunità internazionale osserva, a volte basita, ma non agisce”, ha sottolineato Lynk. “È ora che vengano riconosciute delle responsabilità”.

Nell’ultimo annuncio, il governo israeliano rende noto di aver approvato oltre 12.150 insediamenti.

Secondo il gruppo Peace Now, questo sarebbe il più alto numero annuale di approvazioni da parte di Israele dal 2012.

“Anche se Israele può aver accantonato i suoi piani per l’annessione de jure degli insediamenti, lo scorso agosto, sta continuando con l’annessione de facto dei Territori palestinesi attraverso l’espansione senza sosta dei suoi insediamenti”, ha affermato Lynk. “Sia l’annessione de jure che quella de facto dei Territori occupati sono una chiara violazione dello Statuto delle Nazioni Unite e dello Statuto di Roma del 1998. Questa accelerazione della crescita degli insediamenti peggiora una già precaria situazione per ciò che concerne i diritti umani nella zona”.

Lynk ha anche espresso profonda preoccupazione per il fatto che gli Stati Uniti hanno emendato i loro accordi esistenti con Israele, il 27 ottobre, per autorizzare il finanziamento congiunto di progetti nell’area degli insediamenti illegali israeliani. In precedenza, l’accordo permetteva solo il finanziamento di progetti entro i confini pre-1967 di Israele riconosciuti internazionalmente.

“Questi cambiamenti agli accordi bilaterali tra gli USA e Israele sono uno schiaffo alla risoluzione 2334, che richiama tutti gli stati membri a riconoscere l’illegalità degli insediamenti e a distinguere, nei rispettivi rapporti, tra i Territori di Israele e i Territori occupati dal 1967”, ha detto.

“Il diritto internazionale è importante, e se vogliamo evitare la legge del più forte, deve essere rispettato. E se la norma di legge importa, così anche la responsabilità”, ha aggiunto Lynk. “Se il Consiglio di Sicurezza deve parlare con autorità, allora la disobbedienza delle direttive del Consiglio deve avere delle conseguenze”.

Ha inoltre ricordato che nel 2016, l’ex segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, chiese: “Tutto ciò è destinato a far perdere tempo? I palestinesi chiedono ‘siamo destinati a guardare il mondo che continua a dibattere su come dividere la terra, mentre quest’ultima scompare sotto ai nostri occhi?’”.

“Allo stesso tempo le approvazioni delle nuove abitazioni negli insediamenti stanno accelerando; anche la demolizione di case e proprietà palestinesi sta aumentando”, ha detto Lynk.

Secondo l’organizzazione per i diritti umani palestinese al-Haq, 177 proprietà sono state demolite nei mesi di luglio, agosto e settembre, quasi tante quante le 186 distrutte nei primi sei mesi dell’anno.

Secondo, OCHA, l’ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, le 76 strutture di proprietà palestinese distrutte a settembre hanno lasciato senza casa 136 palestinesi colpendo il sostentamento di altre 300 persone.

“La demolizione viola anche la legge internazionale umanitaria e contribuisce alla situazione di oppressione nei Territori occupati”, ha sottolineato Lynk,. “La responsabilità deve essere nei piani. Le produzioni degli insediamenti dovrebbero essere bandite dal commercio internazionale. Accordi esistenti e proposti con Israele dovrebbero essere rivisti. Il database delle Nazioni Unite e le attuali investigazioni da parte della Corte Penale Internazionale dovrebbero essere supportati”.

In almeno sei occasioni, dal 1979, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha dichiarato che gli insediamenti israeliani sono una “palese violazione della legge internazionale” e non hanno validità legale.

Nel 2016, nella risoluzione 2334, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto che Israele “cessi immediatamente e completamente tutte le attività di insediamento”. Inoltre, nel 2017, il Coordinatore Speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace nel Medio Oriente ha riportato al Consiglio di Sicurezza 14 volte che Israele non ha fatto passi in avanti per adempiere a questo obbligo in conformità con la risoluzione 2334.

Traduzione per InfoPal di Giulia Barbini