Gravi carenze d’acqua in Cisgiordania.

Gravi carenze d’acqua in Cisgiordania

articolo scritto a nome di Rete ECO (Ebrei contro l’Occupazione)
26 settembre 2008

Paola Canarutto

Riforma, 26 settembre 2008, ultima pagina

B’Tselem, la celebre organizzazione israeliana per i diritti umani, riporta periodicamente sulla grve, e cronica, carenza idrica in Cisgiordania.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la quantità minima d’acqua necessaria pro capite, per usi personali e domestici, è di 100 litri/dì. Ma in Cisgiordania il consumo medio è di soli 66 litri (da cui va detratto quanto si usa per il bestiame).

Attualmente, a Nablus e nelle colline a sud di Hebron, i palestinesi ottengono poco più di 50 litri al giorno. Altrove, è ancora peggio: 38 litri a Jenin, 30 a Tubas. (In Israele il consumo/dì è superiore a 220 litri al giorno, 3 volte maggiore di quello medio in Cisgiordania; ma conteggiando l’acqua per uso industriale, è di 330 litri/dì).

Dopo 41 anni di occupazione israeliana, più di 200.000 palestinesi non sono connessi alla rete idrica. Persino dove la connessione c’è, l’acqua arriva, per lo più, solo alcune ore al giorno. D’estate, la compagnia idrica israeliana Mekorot riduce del 15-25% l’afflusso di acqua ai palestinesi, preferendo supplire all’aumento della richiesta in Israele e nelle colonie.

Molti palestinesi, quindi, devono acquistare acqua sul mercato, ad un prezzo da 3 a 6 volte superiore a quello pagato dagli israeliani. Per l’alto tasso di disoccupazione, e la miseria, questo è molto pesante.

Israele, che ha il completo controllo delle fonti idriche condivise con i palestinesi, vieta loro di scavare pozzi, senza il suo preventivo assenso. In più, trae 44 milioni di metri cubi d’acqua dalla Cisgiordania (fornendone solo 39 milioni all’Autorità Palestinese), e, dell’acqua della principale falda cisgiordana, quella montuosa, alloca solo il 20% ai palestinesi. A questi ultimi, in più, è vietato approvvigionarsi dal bacino del Giordano.

Le politiche israeliane riguardanti le forniture idriche in Cisgiordania, nota B’Tselem, non solo violano le leggi internazionali, ma pure discriminano per motivi razziali.

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