Organizzazioni palestinesi per i diritti umani chiedono all’ICC di avviare indagini sui crimini di guerra israeliani

L’AIA-Pchr e WAFA. Mercoledì 20 settembre, quattro organizzazioni palestinesi per i diritti umani hanno presentato la loro quarta comunicazione significativa al procuratore della Corte Penale Internazionale (ICC), sostenendo che gli alti funzionari civili e militari israeliani hanno commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est.

Il direttore di Al-Haq, Shawan Jabarin, che insieme all’avvocato per i diritti umani Nada Kiswanson ha presentato la comunicazione, ha dichiarato che “il rapporto di 700 pagine rappresenta per il procuratore una base convincente e ragionevole per avviare un’inchiesta sui crimini presumibilmente commessi contro la popolazione palestinese nella Cisgiordania occupata, tra cui Gerusalemme Est. Negli ultimi 50 anni Israele ha sottoposto la popolazione palestinese a un’occupazione belligerante che li priva dei loro diritti umani fondamentali e li sottopone ad atroci crimini. La comunicazione al Tribunale penale internazionale dà la speranza che chiunque commetta crimini contro i palestinesi sarà chiamato a rispondere delle proprie colpe. Siamo convinti che non possa esistere una pace duratura e genuina senza giustizia”.

La comunicazione riguarda il tentativo di Israele di allargare il suo territorio e assicurare il dominio ebraico israeliano in esso modificando la composizione demografica del territorio palestinese occupato. Nell’ambito di tale impresa, le organizzazioni palestinesi per i diritti umani forniscono prove che dimostrano che Israele perseguita la popolazione palestinese e la sottopone ai crimini di persecuzione e di apartheid.

La comunicazione concerne anche il trasferimento forzato della popolazione palestinese protetta e l’inserimento dei coloni israeliani al posto loro. Inoltre, la comunicazione fornisce materiale di supporto sulla vasta appropriazione e distruzione, nonché sul saccheggio della proprietà palestinese. Fornisce anche prove sull’omicidio volontario di 300 palestinesi da parte delle forze israeliane dal 13 giugno 2014. Dal 2015, Israele ha implementato un piano di uccisione nel territorio palestinese occupato.

Il direttore del Centro Palestinese per i Diritti Umani, Raji Sourani, ha affermato che “il trasferimento dei coloni israeliani nel territorio palestinese occupato costituisce un crimine di guerra unico in quanto è accompagnato dalla confisca di enormi distese di terra palestinese, dall’ampia distruzione della proprietà palestinese e dalla lacerazione del tessuto sociale e dello stile di vita palestinese. Le azioni di Israele nella Cisgiordania occupata sono evidentemente una delle colonizzazioni. Da molto tempo la comunità internazionale ha deciso che la colonizzazione è riprovevole e con lo Statuto di Roma è punibile attraverso il reato di trasferimento dei coloni”.

Le principali metodologie a cui Israele ha dovuto ricorrere sono la frammentazione del territorio occupato e la dispersione della popolazione.

Il direttore del centro di Al Mezan per i diritti umani, Issam Younis, ha dichiarato che “Israele sta minando l’integrità del territorio palestinese almeno dall’inizio della sua occupazione nel 1967. L’isolamento di Gaza, oltre al costante attacco militare su larga scala, permette in sostanza a Israele di consolidare il suo controllo su tutto il territorio palestinese occupato e di negare ai palestinesi il proprio diritto riconosciuto a livello internazionale per l’autodeterminazione. Inoltre, la chiusura di Israele della Striscia di Gaza e la sua linea politica per una zona cuscinetto associata impediscono il godimento collettivo palestinese del territorio occupato e delle sue risorse”.

Questa comunicazione è la quarta proposta dalle quattro organizzazioni palestinesi per i diritti umani. Le prime tre riguardavano i reati commessi dagli alti funzionari civili e militari israeliani nella Striscia di Gaza occupata, anche nel contesto dell’offensiva militare del 2014.

L’ICC è competente a esaminare i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità e il genocidio commessi sul territorio dello Stato di Palestina dal 13 giugno 2014. Il procuratore sta attualmente effettuando un esame preliminare sulla situazione in Palestina.

Le quattro organizzazioni hanno esortato il procuratore dell’ICC ad avviare con urgenza un’indagine completa sulla situazione del territorio palestinese occupato.

Le organizzazioni palestinesi per i diritti umani ritengono che un’inchiesta sia un passo necessario verso la fine della cultura dell’impunità che ha a lungo prevalso nei confronti dei crimini israeliani e per ritenere responsabili gli alti funzionari politici e militari. In tal senso, è indispensabile che i punti di vista delle vittime palestinesi siano affrontati nell’interesse della giustizia e del risarcimento. Ciò è indispensabile per garantire che la pace e la sicurezza regionale e internazionale prevalgano, hanno detto.

Traduzione di Daniela Caruso