Gruppi per i diritti umani chiedono che l’esercito israeliano ponga fine alle incursioni nei terreni agricoli di Gaza e risarcisca gli agricoltori per i danni

Haifa-Wafa. Il 13 ottobre, alcuni bulldozer militari israeliani hanno percorso circa 300 metri all’interno della Striscia di Gaza, danneggiando gravemente migliaia di metri quadrati di terreni agricoli e distruggendo raccolti e sistemi di irrigazione.

Secondo il Centro per i diritti umani Al Mezan con sede a Gaza, questo è il danno più grave che un’incursione militare israeliana ha causato ai terreni coltivati di Gaza dal 2014 a questa parte. Il ministero dell’agricoltura di Gaza ha riferito che almeno 10 fonti di reddito di agricoltori sono state danneggiate a causa dell’incursione, con danni stimati ai terreni agricoli e ai raccolti per oltre 32.000 dollari.

In risposta, Gisha (centro legale per la libertà di movimento), Al Mezan e Adalah (il centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele) hanno inviato una lettera urgente al ministro della Difesa israeliano, al procuratore generale e alla Procura generale militare, con la quale chiedono di interrompere immediatamente la distruzione dei terreni nella Striscia di Gaza, un’indagine sulle recenti incursioni e un risarcimento ai contadini di Gaza per i danni, stando a quanto riportato venerdì da Adalah in un comunicato stampa.

Da anni, l’esercito israeliano conduce regolarmente invasioni via terra nella Striscia di Gaza. Secondo le Nazioni Unite, i militari hanno condotto 42 incursioni a Gaza tra gennaio e il 19 ottobre di quest’anno. Dal 2014, Israele ha anche condotto irrorazioni aeree di erbicidi all’interno di Gaza per sgombrare i terreni e distruggere la vegetazione adiacente alla recinzione perimetrale. Durante questo periodo, i contadini palestinesi hanno vissuto nella costante paura di vedere danneggiate le loro fonti di sostentamento.

Israele ha continuato a mettere in atto queste azioni distruttive anche in occasione della crisi sanitaria globale del COVID-19 e delle relative preoccupazioni per la situazione finanziaria e la sicurezza alimentare, agendo in diretta violazione del suo obbligo di proteggere i diritti umani dei civili a Gaza, che vivono sotto il suo controllo.

In risposta a una richiesta presentata da Gisha ai sensi del Freedom of Information Act, l’esercito israeliano aveva detto in precedenza che le incursioni erano necessarie per “esigenze operative il cui scopo è proteggere la sicurezza”.

Parlando a nome delle tre organizzazioni per i diritti umani, l’avvocato di Gisha Muna Haddad sottolinea che tali esigenze non giustificano i danni apportati ai terreni agricoli di Gaza.

“Queste operazioni distruttive violano il diritto israeliano e internazionale, e l’esercito israeliano non ha l’autorità di svolgerle. Mettono in pericolo la vita, l’integrità fisica e le proprietà degli agricoltori e, di conseguenza, violano in modo sproporzionato e grave i loro diritti più fondamentali, inclusi i diritti alla dignità, alla proprietà privata e al sostentamento”, ha detto Haddad.

 Traduzione per InfoPal di Stefania Solivardi