Gruppi per i Diritti Umani denunciano il rifiuto di Israele di permettere una Commissione d’inchiesta a Gaza

ImemcLe Organizzazioni palestinesi per i Diritti Umani condannano il divieto di accedere a Gaza, imposto da Israele, ad una Commissione d’Inchiesta Internazionale Indipendente.

Le organizzazioni per i diritti umani stanno seguendo con la massima preoccupazione gli sviluppi del lavoro della Commissione d’inchiesta internazionale indipendente istituita dal Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani allo scopo di indagare sull’ultima offensiva lanciata dalle forze di occupazione israeliane sulla Striscia di Gaza.

Le organizzazioni condannano il veto imposto da Israele, la forza occupante, sull’accesso della Missione nel territorio palestinese occupato, soprattutto nella Striscia di Gaza – la scena del crimine.

Esse fanno appello alla comunità internazionale perché intraprenda le azioni necessarie per esercitare pressione su Israele allo scopo di impedirle di ostacolare il lavoro della Missione e per costringerla a permettere l’accesso della Missione nei territori occupati palestinesi senza nessun ulteriore ritardo.

Le organizzazioni palestinesi per i diritti umani hanno salutato con piacere la Risoluzione emanata dal Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani il 23 luglio 2014, che ha chiesto l’insediamento di “una commissione d’inchiesta internazionale… per investigare tutte le violazioni della legge umanitaria internazionale e la legge internazionale per i diritti umani nei territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme Est, in particolar modo nella Striscia di Gaza, nel contesto delle operazioni militari condotte a cominciare dal 13 giugno 2014…”.

[1] Le organizzazioni hanno espresso la loro volontà e disponibilità a cooperare con la Commissione e a fornire ad essa tutte le informazioni che possiedono in relazione alle indagini che hanno portato ai crimini di guerra commessi dalle forze israeliane contro i civili palestinesi e le loro proprietà, ed ogni altro crimine che rientri nel mandato della Commissione.

Le organizzazioni sono consapevoli dell’instancabile e continuo sforzo fatto dalla Commissione per raggiungere i territori palestinesi occupati, soprattutto la Striscia di Gaza, per assumere il suo mandato sulla scena più importante del crimine, ma Israele ha vietato l’accesso della Commissione nei territori palestinesi occupati.

Attualmente la Commissione sta tenendo una serie di incontri ad Amman, capitale della Giordania, con le organizzazioni della società civile, le agenzie dell’ONU, le vittime e i testimoni, dal 10 al 14 novembre, in attesa di poter accedere alla Striscia di Gaza.

Data l’attuale situazione, le organizzazioni per i diritti umani, le vittime ed i testimoni della Striscia di Gaza non sono in grado di partecipare a questi incontri.

I firmatari di questa dichiarazione danno il benvenuto alla Commissione e sostengono il suo lavoro ed i suoi sforzi, e:

1. esprimono riserve per il ritardo ingiustificato nella composizione della Commissione dato che la risoluzione che la istituiva è stata emanata il 23 luglio, cioè ben 16 settimane fa e 11 settimane sono già trascorse dal termine dell’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza; questo ritardo costituisce un grave errore tecnico e professionale, soprattutto per quel che riguarda la scena del crimine, le prove, le armi e le vittime.

  1. Sottolineano che non è possibile condurre un’indagine oggettiva, professionale e indipendente senza l’effettiva presenza della Commissione sulla scena principale del crimine – la Striscia di Gaza – e senza osservare in prima persona i crimini commessi contro i civili palestinesi e altri obiettivi civili.
  2. Condannano fortemente il divieto imposto da Israele, la forza occupante, sull’accesso della Commissione ai territori occupati palestinesi, soprattutto nella Striscia di Gaza occupata.
  3. Fanno appello alla comunità internazionale, soprattutto alle Nazioni Unite e al Consiglio per i Diritti Umani, perché denuncino la palese interferenza e l’impedimento alla Commissione di accedere ai territori occupati palestinesi, da parte di Israele, e quindi ostacolando in pratica il suo lavoro.
  4. Ritengono che invitare le organizzazioni per i diritti umani, le vittime e i testimoni della Striscia di Gaza a viaggiare verso Amman per incontrarsi con la Commissione sia impraticabile ed impossibile in quanto vi è il blocco imposto dalle forze israeliane sulla Striscia di Gaza.
  5. Ribadiscono la loro volontà e disponibilità a fornire tutte le informazioni ed i risultati delle indagini in loro possesso quando la Commissione avrà il permesso di accedere alla Striscia di Gaza.
  6. Sottolineano che il fatto di non riuscire a risolvere prontamente questi problemi ed il perdurare del divieto di accesso della Commissione nella Striscia di Gaza fa accrescere i dubbi sul suo lavoro e mina sia la sua credibilità che quella dei meccanismi delle Nazioni Unite.
  7. Credono che l’assenza dalla scena del crimine sia una delusione per le vittime della Striscia di Gaza poiché invia loro un messaggio chiaro e cioé che non vi sia alcuna responsabilità e che i crimini commessi contro di loro resteranno impuniti.
  8. Confidano pienamente sul fatto che la Commissione compirà tutti gli sforzi possibili per superare le difficoltà che sta affrontando a causa del divieto israeliano di entrare nei territori palestinesi occupati e le complicazioni delle cosiddette “procedure di sicurezza delle Nazioni Unite” nella ricerca di alternative.
  9. Credono che, se non si riesce a consentire alla Commissione di compiere il proprio dovere, aumenteranno gli interrogativi come ad esempio quello sulla fattibilità e l’efficienza dei meccanismi dei diritti umani presso le Nazioni Unite.
  10. Fanno appello al Segretario Generale dell’ONU e al Presidente del Consiglio per i Diritti Umani affinché dichiarino Israele come la parte che sta ostacolando il lavoro della Commissione, e suggeriscano passi pratici per costringere Israele a facilitare il lavoro della Commissione.
  11. Apprezzano la volontà dell’Egitto di cooperare con la Commissione.

 

Al Damir Associazione per i Diritti Umani

Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR)

Al Haq

Al Mezan Centro per i Diritti Umani

 

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi