Guidò l’operazione all’Hotel Savoy, la salma di Jarram restituita a Gaza dopo 37 anni

Guidò l’operazione all’Hotel Savoy, la salma di Jarram restituita a Gaza dopo 37 anni

Gaza – Quds Press. Di ‘Abdel Ghani ash-Shami

Il campo profughi di ash-Shati’, ad ovest di Gaza, è pronto per accogliere la salma del combattente palestinese che nel 1975 condusse l’operazione di resistenza all’Hotel Savoy, Khader Ahmed Jarram.

In quell’attacco, dieci israeliani e numerosi militari furono uccisi, molti furono feriti e l’albergo distrutto.

Il 4 marzo del 1975, otto combattenti palestinesi salirono a bordo di un gommone per raggiungere Tel Aviv, nella Palestina occupata nel 1948. Si divisero in due squadre e presero il controllo dell’Hotel. Qui presero in ostaggio alcuni clienti e iniziarono una lunga trattative con Israele, per la liberazione di 20 prigionieri palestinesi.

Il giorno dopo, un’unità speciale israeliana attaccò l’albergo, uccidendo sette combattenti palestinesi. L’unico sopravvissuto fu Mousa Juma’a at-Talalqa, rilasciato nell’accordo di scambio del 1985.

Questa mattina, Israele ha trasferito le salme di 91 caduti palestinesi (80 in Cisgiordania e 11 a Gaza), in gran parte morirono in operazioni della resistenza e, per oltre 30 anni, sono rimasti sepolti in varie aree militari chiuse numerate, da cui il nome di “cimiteri dei numeri”.

Sulla fossa del comandante Jarram c’era un cartello contrassegnato dal numero 5005. Fino all’ultimo momento Israele è stato ambiguo circa l’inclusione della salma di Jarram tra i corpi che avrebbe restituito oggi ai palestinesi.

Classe ’45, Jarram era nato a Ramle, nella Palestina occupata nel 1948, per poi ritrovarsi profugo con la famiglia nel campo profughi di ash-Shati’.

Jarrama aveva lasciato Gaza nel 1970, non era ancora sposato quando si diresse in Giordania e poi in Libano dove si unì alla resistenza. In Libano fu nominato comandante.
Probabilmente Jarrama era già un leader riconosciuto nel movimento quando era ancora a Gaza, ma la resistenza all’epoca era molto cauta e si muoveva nella clandestinità.

Di “operazione memorabile” parla oggi anche, Yahiya Ribah, leader di Fatah, il quale ricorda bene quell’azione della resistenza, “così popolare anche perché la sua direzione spettò al fratello di Abu Jihad (Khalil a-Wazir)”.

‘Un uomo risoluto”’ “Quando ero piccolo sapevo che Jarrama fosse un uomo risoluto, stando alle voci in giro che lo descrivevano come un ‘uomo temerario e dal forte senso patriottico per la Palestina’”.

Mentre Israele ha continuato a trattenere la salma di Jarram per 37 anni, i suoi genitori sono deceduti e a Gaza oggi resta un fratello e i figli.
Questa mattina parenti e vicini hanno raggiunto il valico di Beit Hanoun (Eretz) per accoglierlo, per poterlo prendere in consegna e dargli finalmente una degna sepoltura.
Ora potranno aprire la casa alle visite per il lutto.