Hebron: Moschea di Ibrahimi chiusa dalle IOF per il secondo giorno consecutivo

Hebron – MEMO e Wafa. Le forze d’occupazione israeliane (IOF) hanno chiuso la moschea di Ibrahimi, nella città occupata di Hebron, in Cisgiordania, per il secondo giorno consecutivo, durante la festa ebraica di Rosh Hashanah (capodanno, ndr).

Ai fedeli musulmani è stato nuovamente impedito di entrare nella moschea per le preghiere quotidiane.

Il direttore della moschea ha criticato l’ultima violazione israeliana delle convenzioni sui diritti umani, che garantiscono il diritto alla libertà religiosa. Sheikh Hifthi Abu Sneineh ha dichiarato a Wafa che le autorità d’occupazione hanno chiuso la moschea sabato notte, per far posto ai coloni.

La Città Vecchia di Hebron comprende la Moschea di Ibrahimi, nota agli ebrei come la “Grotta dei Patriarchi”. Il luogo è stato inserito nell’elenco del patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 2017.

La moschea Ibrahimi è stata chiusa all’inizio di marzo a causa della pandemia di Coronavirus. Ha riaperto a maggio, insieme alla Chiesa della Natività a Betlemme.

Si ritiene che la moschea sia il luogo di sepoltura dei profeti Abramo, Isacco e Giacobbe e delle loro mogli, ed è sacra sia per i musulmani che per gli ebrei. È stata teatro di tensioni per decenni, anche perché le autorità israeliane hanno preso sempre più spazio nella sala di preghiera centrale, per l’uso da parte dei coloni.

Nel febbraio 1994, un colono massacrò 29 musulmani mentre pregavano. Baruch Goldstein indossava la sua uniforme delle forze di difesa israeliane e usò la sua pistola registrata dall’esercito per realizzare l’attentato terrorista. I sopravvissuti al suo attacco omicida lo colpirono a morte. La tomba di Goldstein nella colonia di Kiryat Arba è diventata un santuario per i coloni.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.