Traffico di migranti, cui prodest?

Migrant-Crisis-3-e1430302260498Di Angela Lano. Forse sarebbe ora che qualche giornale mainstream facesse un’inchiesta approfondita e fuori dagli “schemi” su chi ci guadagna dal traffico di esseri umani…

In Sicilia sbarcano immigrati e profughi. Sono due cose diverse.
Profughi sono i Palestinesi, i Siriani e tutti coloro che scappano da guerre e persecuzioni. Immigrati sono coloro che cercano all’estero una vita migliore e più dignitosa.
Abbiamo incontrato diversi profughi – Palestinesi e Siriani -, a Catania e molti immigrati richiedenti asilo provenienti dall’Africa subsahariana: Senegal, Ghana, Guinea B., Eritrea, Somalia, Costa d’Avorio, ecc.
Tra gli immigrati subsahariani, diversi sono ex lavoratori in Libia che fuggono dalle pessime condizioni in cui si sono ritrovati dopo la “primavera”.
Ma molti altri sono parte di una classe media che lascia il proprio paese non per causa di guerre o repressioni, ma per cambiare vita. Questi non sono profughi e non possono richiedere l’asilo… Tuttavia, sono accolti nel Cara di Mineo, ad esempio. Perché?

In Mali (leggetevi Le Monde Diplomatique di luglio-agosto), come in altre regioni africane, Libia compresa, bande islamiste e criminali comuni, si finanziano anche con il traffico umano, cioè di persone a cui viene detto che in Europa c’è l’Eldorado e che tutti i problemi verranno risolti.

Quella degli scafisti (l’ultimo anello della catena) è una fiorente organizzazione criminale transnazionale che coinvolge governi, mafie e forze non chiare… Il business, anche qui, è miliardario, e sempre sulla pelle di immigrati che, illusi da miraggi di benessere, decidono di lasciare familiari e patria per rischiare la vita nel Mediterraneo. Sono spesso ceti medi, perché possono, in vario modo, permettersi di pagare dai 2000 ai 4000 dollari per la tratta che li porterà in Europa.

L’accoglienza a chi fugge da guerre (create dall’imperialismo occidentale-arabo) e dalla miseria (creata da governi e multinazionali) è doverosa. Il soccorso in mare ai naufraghi, altrettanto.

Tuttavia, c’è qualcosa di profondamente perverso a cui l’Italia si presta. Qualcosa che a noi cittadini comuni sfugge dall’evidenza: il traffico criminale di esseri umani. La tratta dei nuovi schiavi. Il business miliardario della tratta dei popoli dall’Africa all’Europa.
Ci sono milioni di euro di mezzo, gang di trafficanti e di criminali vari. Un’organizzazione capillare e per nulla estemporanea e improvvisata, che coinvolge criminali comuni, governi, forze varie, gruppi di islamisti jihadisti, mafie, e che si estende dall’Africa al Mediterraneo, passando per i Balcani.
Questo traffico umano internazionale, lucrosissimo, ha come ulteriore, e voluto, risultato l’immissione massiccia di manodopera semi-schiava nell’agricoltura e nelle industrie. Questo lo sappiamo, perché sono stati fatti vari reportage.

E’ il resto che ci sfugge…
Ci sfugge, ad esempio, che cooperative, amministrazioni, realtà varie guadagnino milioni di euro per la gestione dei migranti.
Ci sfugge che molti sono convinti a partire dalla propria città o villaggio da trafficanti, o che sono costretti a imbarcarsi a forza sugli sgangherati pescherecci perché i nuovi schiavisti vogliono liberarsi della manodopera dopo averla sfruttata.
Ci sfugge che in molte regioni del mondo è l’Occidente ad avere creato guerre, instabilità e miseria.
Ci sfuggono troppe cose. Tutte cause degli effetti che abbiamo davanti.
E tutto, sulla pelle dei migranti e su quella dei popoli europei in profonda crisi economica.
Dunque, cui prodest?