I cristiani palestinesi sollecitano il Papa ad opporsi al Muro

941667_639120572768743_1436804679_n (1)Gerusalemme – Afp. I cristiani palestinesi che abitano vicino Betlemme, lunedì hanno sollecitato Papa Francesco a pronunciarsi contro la decisione di Israele di costruire la controversa barriera di separazione (Muro dell’Annessione, ndr) lungo una strada che taglierebbe fuori la loro comunità.

“Invochiamo Vostra Santità con un senso di disperazione ed urgenza allo scopo di mantenere vive la nostra speranza che giustizia e pace siano ancora possibili”, ha affermato una lettera aperta dei cristiani di Beit Jala, una città nella zona della Cisgiordania, vicino Betlemme.

“L’occupazione militare israeliana che ha già iniziato la costruzione del Muro annettendo le terre palestinesi, sta separando Betlemme, così come accaduto in altre zone, da Gerusalemme e dai nostri luoghi sacri”, prosegue la lettera.

La lettera è stata scritta in quanto il presidente israeliano Shimon Peres era atteso in Italia per una visita di tre giorni, durante la quale avrebbe incontrato Papa Francesco.

“Chiediamo rispettosamente di fare uso di questo incontro per trasmettere un forte messaggio riguardo al popolo palestinese, e, in particolare, al caso della zona di Beit Jala”, si legge nella lettera.

E ha aggiunto: “Abbiamo bisogno di azioni concrete allo scopo di far cessare l’impunità di Israele affinché possiamo vivere con dignità nel nostro stato libero. Santità, la sua elezione ci ha dato la speranza che le cose sarebbero potute cambiare. Siamo ancora fiduciosi”.

Un tribunale israeliano la scorsa settimana si è espresso a favore della costruzione della cosiddetta barriera di separazione attraverso 170 ettari nella valle del Cremisan, dove molti cristiani di Beit Jala coltivano la terre e le loro vigne.

Il tracciato previsto li taglierebbe fuori dalla valle, e di fatto li separerebbe da Gerusalemme che dista cinque chilometri.

La Corte Internazionale di Giustizia nel 2004 ha stabilito che alcune parti della barriera sono illegali e dovrebbero essere abbattute.

Nella zona di Cremisan, il tracciato della barriera devia nettamente dalla Linea Verde, il confine accettato a livello internazionale, che divide Israele dai territori occupati nel 1967 a seguito della guerra dei sei giorni.

Ma il ministero della Difesa israeliano sostiene che serva a proteggere Israele e che il tracciato è stato determinato sulla base delle “specifiche considerazioni sulla sicurezza” nell’area.

“La costruzione del Muro nella zona di Betlemme, non è soltanto una violazione del diritto internazionale… è anche un attacco contro il tessuto sociale palestinese e la presenza di cristiani palestinesi”, ha affermato Nabil Sha’at, membro di Fatah, il partito del presidente Mahmoud Abbas.

“Separare Betlemme da Gerusalemme, per la prima volta nella storia, defraudando i palestinesi, soprattutto i cristiani, dalle loro terre per costruire ed espandere gli insediamenti di coloni israeliani, i muri e i posti di blocco, è un crimine che allontana ulteriormente le possibilità di pace”. 

Traduzione a cura di Sabina Manuppelli