I mercati di Nablus e la crisi dovuta alle tasche vuote e alle politiche dell’ANP

PIC. L’attività commerciale nel famoso mercato di Khan Al-Tujjar, a Nablus, non sembra quella usuale, poiché il mercato è privo di clienti, e i commercianti ne attribuiscono il calo alle difficili condizioni di vita.

Khan Al-Tujjar, noto come il mercato coperto, è uno dei più antichi e famosi di Nablus, nella parte settentrionale della Cisgiordania.

Tasche vuote.

“L’inverno è alle porte e abbiamo già messo in esposizione i prodotti invernali, ma i clienti sono pochi”, riferisce un commerciante di abbigliamento al corrispondente di PIC.

Nel suo dialetto di Nablus, l’uomo afferma: “La gente ha le tasche vuote, manca il lavoro e il governo impone nuove tasse ogni giorno, tra cui la recente legge sulla Sicurezza sociale”.

“Il Khan sembra quasi vuoto, anche se di solito è pieno di acquirenti”, racconta Abu Saleh, un mercante al Khan. “I giorni passano senza fare profitti. Il mio negozio fornisce sostentamento a tre famiglie e la situazione va di male in peggio”.

Ha poi ricordato che “questo è uno dei mercati più popolari di Nablus e addirittura della Cisgiordania, dunque i turisti e i clienti che visitano la città vengono anche per vedere il mercato”, eppure i compratori sono pochi e acquistano solo beni di prima necessità.

Ha sottolineato la grande responsabilità delle autorità ufficiali della città rappresentate dall’ANP, e  si è chiesto dove siano finite le promesse di incoraggiare il turismo nella Città Vecchia e il portare tutisti palestinesi e stranieri.

Saleh si è poi soffermato sul fatto che i venditori dipendano dagli acquisti del sabato, quando i lavoratori e i palestinesi vengono a fare compere dai Territori occupati del 1948 (Israele, ndr).

Haj Najj, facchino presso il Khan, ha riferito: “Il mercato è vuoto, nessuno compra, eccetto la gente del posto. Passano giorni senza che debba portare merce a un cliente o a un venditore a causa della difficile situazione economica del Khan, che è la stessa in tutti gli atri mercati della città”.

Un venditore del mercato ortofrutticolo del centro di Nablus ha confermato il calo nelle vendite, individuando tra le cause il cattivo tempo e le condizioni economiche dei cittadini. L’uomo ha poi puntualizzato: “Tra i cittadini cresce il malcontento, si teme l’aumento dei prezzi nei trasporti, si parla di attuare la legge sulla Sicurezza sociale e di altre misure adottate dal governo della Cisgiordania”. Inoltre, ha chiesto che vengano tenute in considerazione le condizioni economiche dei cittadini, soprattutto della gente comune. 

Politiche dell’ANP.

Issam Nazzal, un cliente, ha riferito alla redazione: “Un mese e mezzo fa abbiamo comprato il necessario per le scuole in occasione dell’Eid al-Adha, e prima ancora per il Ramadan e l’Eid al-Fitr. La situazione è difficile per tutti e ciò si ripercuote sul mercato”. L’uomo, infatti, fa il contabile presso un’azienda privata e afferma di dover fare un altro lavoro part-time per soddisfare i bisogni della sua famiglia.

Ha aggiunto: “Oggi ho comprato alcuni capi invernali necessari per la mia famiglia. Vivere non è facile a causa dell’aumento dei prezzi, inoltre, la legge sulla previdenza sociale sottrarrà una parte del nostro stipendio mensile”. E ha poi aggiunto: “Il governo userà i nostri soldi nell’interesse del fondo di previdenza sociale, ma ciò avverrà a spese delle nostre famiglie”.

Il professor Nael Mousa, lettore presso la facoltà di economia dell’Università di An-Najah, ha riferito al nostro corrispondente: “La recessione dei mercati palestinesi non è stata il risultato degli ultimi mesi, poiché era già presente all’inizio dell’anno”. Inoltre, ha attribuito tutto ciò alla situazione politica turbolenta che ha avuto un impatto negativo sull’economia.

Mousa ha infine fatto la seguente riflessione: “Le politiche dell’Autorità Nazionale Palestinese, basate su imposte e nuove leggi, inclusa quella sulla Sicurezza sociale, influenzano negativamente la situazione economica”.

Traduzione per InfoPal di Giorgia Temerario