I ministri israeliani portano avanti lo storico piano coloniale in Cisgiordania

IMEMC. Decine di ministri israeliani e alti funzionari del partito politico del Likud e di altri partiti di destra hanno firmato una petizione per insediare due milioni di ebrei nei territori della Cisgiordania occupata.

Il presidente del Knesset israeliano Yuli Edelstein e i ministri Gilad Erdan, Miri Regev, Yisrael Katz del partito Likud, Ayelet Shaked e Naftali Bennett della Nuova Destra, sono stati tra i firmatari di una petizione avente come scopo l’abbandono della soluzione dei due stati e lo stabilimento di nuovi insediamenti israeliani nei territori della Cisgiordania occupata.

La petizione firmata è stata proposta dal Movimento Nahala, un gruppo di coloni israeliani, per promuovere un piano di insediamento israeliano introdotto sotto il governo del compianto primo ministro Yitzhak Shamir nei primi anni ’90.

L’obiettivo principale della petizione è trasferire due milioni di ebrei in Cisgiordania.

Gli attivisti di Nahala hanno recentemente protestato fuori dalla residenza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Gerusalemme, chiedendo al prossimo governo di lavorare sulla questione della Cisgiordania e di abbandonare l’idea di una soluzione a due stati.

Tra i membri del Likud che hanno firmato la dichiarazione figurano il presidente del Knesset Yuli Edelstein, il ministro dei trasporti Yisrael Katz, il ministro del turismo Yariv Levin, il ministro per la protezione dell’ambiente e la sicurezza di Gerusalemme Zeev Elkin, il ministro della sicurezza pubblica Gilad Erdan, il ministro della cultura Miri Regev, il ministro della cooperazione regionale Tzachi Hanegbi, il ministro della comunicazione Ayoub Kara, il ministro per l’immigrazione e assimilazione Yoav Gallant, il ministro per l’uguaglianza sociale Gila Gamliel e il ministro della scienza e della tecnologia Ofir Akunis. Anche il ministro della giustizia Ayelet Shaked e il ministro dell’Istruzione Naftali Bennett, entrambi della Nuova Destra, hanno firmato la petizione.

La dichiarazione del Movimento Nahala riportava: “Con la presente mi impegno a essere fedele alla terra di Israele, a non cedere neanche un centimetro dell’eredità dei nostri antenati. Mi impegno ad agire per realizzare il piano di insediamento di 2 milioni di ebrei in Giudea e Samaria in accordo con il piano del primo ministro Yitzhak Shamir, nonché di incoraggiare e guidare la redenzione di tutte le terre della Giudea e Samaria. Mi impegno ad agire per cancellare la dichiarazione “Due stati per due popoli” e sostituirla con la dichiarazione “La terra di Israele: un paese per un popolo”.

Il Movimento Nahala ha affermato in una dichiarazione che la petizione è un “test ideologico ed etico di lealtà”.

Secondo Ma’an, intorno ai 500.000 e 600.000 israeliani vivono in insediamenti di soli ebrei in tutta Gerusalemme Est occupata e in Cisgiordania in violazione del diritto internazionale, e i recenti annunci sull’espansione degli insediamenti hanno provocato la condanna da parte della comunità internazionale.

Traduzione per InfoPal di Laura Parisi