‘I palestinesi costretti a vivere sul 13% della loro terra originaria’. La soluzione secondo Lieberman

di Saed Bannoura

ImemcIl ministro degli Esteri israeliano, Avidgor Lieberman, la cui posizione sul “trasferimento” dei palestinesi con cittadinanza israeliana è ben nota, ha personalmente progettato una mappa per “risolvere” il conflitto israelo-palestinese.

In sostanza, tutti i territori palestinesi confiscati da Israele resterebbero in mani israeliane, lasciando ai palestinesi delle riserve affatto contigue a questi terreni e che rappresenterebbero il 13% del totale della Palestina.

Ai rifugiati verrebbe negato il diritto al ritorno – internazionalmente riconosciuto.

Lieberman è già stato al centro di critiche per la sua idea di espellere un milione di palestinesi cittadini d'Israele, quando era stato chiaro sul fatto che il loro trasferimento non avrebbe riguardato alcun futuro Stato palestinese. In una dichiarazione che aveva preceduto di qualche giorno queste ultime, Lieberman era intervenuto ancora a proposito della sua “soluzione” al conflitto e, allora, senza mai menzionare il destino di questi palestinesi, aveva comunque dato per scontato che essi sarebbero stati espulsi.

Lieberman si attiene alla frammentazione territoriale decisa negli “Accordi di Oslo”, affermando che le aree A, B vanno intese come quelle destinate alla costituzione dello Stato palestinese. Ovvero, 25 bantustan in Cisgiordania separati l'uno dall'altro. Anche il presidente statunitense George Bush in passato la definì inaccettabile paragonandolo a una sorta di “formaggio svizzero”, perché discontinuo.

Molto probabilmente, non essendoci continuità geografica, non si potrà nemmeno parlare di un unico governo.

Nella proposta di Lieberman quindi, la Cisgiordania resterebbe sotto l'occupazione dell'esercito israeliano mentre si continuerebbero a negare ai palestinesi i diritti internazionali riconosciuti: uguaglianza, libertà di movimento e di associazione, diritto all'autodeterminazione e diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi.

Betlemme, Tulkarem, Qalqilya e molte altre città e villaggi palestinesi sarebbero ciascuno dei singoli banstustan.

Il ministro degli Esteri israeliano afferma che la sua proposta proverebbe come lo Stato di Israele è un sostenitore della pace e, “se i palestinesi non dovessero accettarla, allora si prenderanno la responsabilità di averla ostacolata, pertanto andrebbero sanzionati”.

Non solo, Lieberman sembra anche intenzionato ad istruire il Congresso statunitense perché congeli tutti gli aiuti all'Autorità nazionale palestinese (Anp) nell'eventualità non dovesse accettare questa “soluzione”.

(Nella foto: Mappatura delle aree A, B e C in Cisgiordania. Ichad).

 

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