I prigionieri palestinesi vengono sottoposti a maltrattamenti e violenze nel corso degli arresti

Ramallah – Infopal.I prigionieri palestinesi vengono sottoposti a maltrattamenti e violenze nel corso degli arresti. I militari d’Israele devono essere perseguiti legalmente per i loro crimini presso tribunali internazionali”. L’appello viene lanciato dal ministro dei Prigionieri palestinesi che invita a lavorare per portare davanti ad un foro giudiziario i militari israeliani, responsabili di gravi violazioni ai diritti umani dei detenuti palestinesi, con particolar virulenza al momento dell’arresto.

Il ministro palestinese ricorda che si tratta di violazioni al diritto internazionale, quello contro la tortura e i trattamenti disumani e denigranti.

“La condanna e l’inviolabilità di questa legislazione si pone al di sopra anche di circostanze straordinarie, altrimenti definite di ‘terrorismo’”.

Si sono raccolte numerose testimonianze tra cui quella di Musa’ab al-Mustafa, detenuto nella prigione di Etzion e arrestato il 20 agosto scorso. Prelevato dalla propria abitazione è stato brutalmente picchiato e le ferite sono state confermate dai suoi avvocati che ne hanno attestato i segni sul corpo.

Come Mus’ab, anche Fawwaz ‘Abed, è stato arrestato a casa propria. Colto nel sonno dai militari di Israele che si sono accaniti fisicamente contro di lui.

Ricordando le numerose convenzioni, leggi internazionali e la stessa giornata internazionale in solidarietà con le vittime di tortura (26 giugno), il ministro ha voluto anche includere l’enorme mole di materiale, testimonianze e storie di vittime tra i prigionieri palestinesi che “andranno ad aggiungersi a tutto quanto disponiamo per provare le violazioni di Israele, e lo faremo anche all’estero”.

L’art. 7 della Patto  internazionale sui diritti civili e politici così recita: “Nessuno può essere sottoposto alla tortura né a punizioni o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, in particolare, nessuno può essere sottoposto, senza il suo libero consenso, ad un esperimento medico o scientifico”.

Le immagini della soldatessa israeliana che si fa fotografare al fianco di detenuti palestinesi bendati e con mani legate, ha fatto il giro del mondo e intanto sono state condannate anche dal direttore del comitato contro la tortura, Yashai Manouhin.

Tuttavia Israele, prosegue nell’utilizzo di espedienti legali per raggirare qualunque legge internazionale. Così lo Shin Bet (servizi d’intelligence israeliani) può disporre ancora oggi della legge, risalente al 1999, con cui si permetteva la tortura definita “lievi pressioni fisiche”.

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