I sequestratori del soldato Gilad Shalit hanno ricevuto una proposta israeliana sulla trattativa per il suo rilascio in cambio di centinaia di prigionieri palestinesi.

Il giornale londinese Al-Sharq Al-Awsat ha dichiarato che le tre ali militari che hanno sequestrato il soldato israeliano Gilad Shalit hanno ricevuto una proposta concernente lo scambio di prigionieri.

Secondo fonti palestinesi, la proposta è partita dal direttore dei servizi segreti egiziani, Omar Sleman, che ha incontrato il primo ministro palestinese Ismail Haniyah, il primo giorno del pellegrinaggio, sabato 30 dicembre 2006, e il presidente dell’ufficio politico del movimento di Hamas Khaled Misha’al.

Le fonti hanno riferito che l’Egitto vorrebbe conoscere la risposta alla proposta prima dell’incontro con il primo ministro israeliano Ehud Olmert e il presidente egiziano Husni Mubarak a Sharm Al-Shaikh, giovedì prossimo.

La proposta israeliana è che le fazioni che tengono prigioniero Shalit dimostrino che è ancora in vita. Israele chiede di provarlo attraverso un video in cui Shalit ripete frasi prestabilite che confermino che si tratta di sequenze nuove. In cambio, verranno liberati  diverse prigioniere e prigionieri minorenni.

Il governo israeliano e la famiglia Shalit hanno smentito le notizie secondo cui avrebbero ricevuto un video che conferma che il soldato è in vita.

Nella seconda fase, Shalit verrà consegnato alla delegazione di sicurezza egiziana che lo porterà al Cairo e poi a Tel Aviv. A quel punto verranno rilasciati 450 detenuti di una lista presentata dalle fazioni di resistenza.

La terza fase verrà realizzata dopo due mesi, durante i quali Israele libererà un terzo gruppo di detenuti palestinesi, a sua discrezione in fatto di numeri e di appartenenza organizzativa.

Le fonti palestinesi hanno smentito che le fazioni di resistenza abbiano accettato la proposta israeliana: "Essa deve essere studiata bene, perché è diversa dal normale. La dirigenza di Hamas non potrà da sola decidere il destino di Shalit, perché ci sono altri due fazioni che hanno partecipato all’operazione di sequestro".

La posizione delle fazioni di resistenza fino ad ora si è basata sul fatto che Shalit deve rimanere in Egitto fino alla liberazione dei detenuti (1500, di cui malati e donne e minorenni), che le fazioni stabiliscano il numero e l’identità dei detenuti una volta raggiunto l’accordo, per non lasciare la scelta alla sola volontà di Israele.

La fonte ha riferito che le fazioni potrebbero permettere di spostare il tempo della liberazione dalla terza fase a dopo la liberazione di Shalit, ma in cambio chiedono garanzie internazionali – tra cui la partecipazione della Croce Rossa Internazionale -, e non accettano che l’unica garanzia per le promesse israeliane sia rappresentata solo dal governo egiziano.

La fonti hanno riferito che ci sono delle differenze nelle posizioni delle tre fazioni che tengono sequestrato Shalit: qualcuno pensa che lo si debba rilasciare nello stesso momento in cui verrà liberato l’ultimo detenuto palestinese.

Il portavoce delle Brigate Izzeddin Al-Qassam, ala militare del movimento di Hamas, ha dichiarato che c’è un progresso negli sforzi per la liberazione di Shalit, all’interno di un accordo di scambio tra prigionieri. Abu Obeidah, portavoce delle Brigate Al-Qassam, ha smentito che Hamas abbia rinunciato alle richieste di poter completare l’accordo di scambio con la richiesta della liberazione di 1000 detenuti palestinesi oltre ai 400 tra donne e minorenni.

Il ministro degli Esteri egiziano Ahmad Abu Al-Gait, ha dichiarato che nell’agenda dei lavori del prossimo incontro ha inserito lo scambio dei prigionieri, e che la parte palestinese si assumerà la responsabilità di non aver raggiunto l’accordo per quanto riguarda lo scambio. Afferma infatti che l’accordo è pronto ed è in attesa della controparte palestinese che ha il potere di decidere al riguardo.

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